Macerata: trova il conto alleggerito di 172mila euro, il nipote a processo per circonvenzione

Il Tribunale di Macerata dove si tiene il processo
Il Tribunale di Macerata dove si tiene il processo
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Venerdì 13 Dicembre 2019, 04:45
MACERATA - A 82 anni si è vista quasi prosciugare il conto da un nipote del marito morto. Ma l’anziana, che oggi ha 84 anni, l’ha denunciato e il prossimo 2 luglio andrà in tribunale per testimoniare contro di lui. Sul banco degli imputati con l’accusa di circonvenzione di incapace, c’è un uomo di 60 anni originario di Morrovalle.
Secondo l’accusa, ieri sostenuta in aula dal pubblico ministero Francesca D’Arienzo - ma il fascicolo è del sostituto procuratore Rosanna Buccini -, l’uomo avrebbe approfittato del legame parentale acquisito (era il nipote del marito deceduto della vittima) per avvicinare l’anziana e, approfittando dello stato di vulnerabilità psichica della donna, l’avrebbe indotta ad aprire un conto corrente cointestato. Era il 31 gennaio del 2017. Ad aprile quel conto aveva un saldo di 345.502 euro, poi 172.500 erano transitati nel conto del nipote. Dopo settembre poi, nel conto del nipote erano rimasti solo 457 euro. Per l’accusa il 60enne avrebbe indotto l’anziana a effettuare quelle operazioni abusando anche di relazioni domestiche con l’ultraottantenne. 

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La magistratura inquirente, infatti, nel corso delle indagini avrebbe individuato due rapporti di lavoro domestico ritenuti fittizi, dove compariva come datore di lavoro l’anziana. Una volta venuto alla luce l’importante ammanco, è scattata la denuncia nei confronti del sessantenne. Il pubblico ministero Buccini, dopo aver raccolto un discreto quantitativo di materiale probante nei confronti dell’uomo, gli ha contestato il reato di circonvenzione di incapace e lo ha mandato a giudizio. 
Ieri mattina, davanti al giudice monocratico Enrico Pannaggi e al pm Francesca D’Arienzo, si è aperto il dibattimento e l’udienza è stata rinviata al prossimo 2 luglio per sentire l’anziana. La donna ieri si è costituita parte civile con l’avvocato Sonia Savi, mentre l’imputato è difeso dagli avvocati Danilo Bompadre e Valeria Attili. Il sessantenne sin dall’inizio della vicenda ha respinto gli addebiti contestati e rivendicato la liceità del proprio operato.
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