Le piscine sempre più in apnea: «Bollette e costi triplicati, così non si va più avanti»

Una piscina
Una piscina
di Giulia Sancricca
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Venerdì 3 Giugno 2022, 08:10

MACERATA -  Costi delle utenze che triplicano e aumenti che non possono essere riversati nelle tariffe degli abbonamenti. Così i gestori delle piscine comunali della provincia si trovano - è proprio il caso di dire - con l’acqua alla gola. Strutture che, a fatica, hanno superato i due anni di pandemia, con le restrizioni che hanno fatto scendere gli iscritti e, ora che poteva aprirsi uno spiraglio di luce, sono costretti a fare i conti con le difficoltà di gestione.


«Siamo passati da bollette dell’energia elettrica di 4/5mila euro a 15/18mila euro al mese - dice Mauro Antonini, presidente del Centro Nuoto Macerata che gestisce la piscina comunale del capoluogo - . La situazione è drammatica - ammette - . Ovviamente la stagione estiva attenua il colpo, poiché non ci sono le spese dei riscaldamenti, ma non in modo risolutivo. Guardando ai mesi invernali, negli ultimi tre mesi del 2021 abbiamo speso 36mila euro in più rispetto allo stesso periodo del 2020 e, successivamente, con la guerra, la situazione è peggiorata. Mercoledì prossimo è prevista una riunione tra i gestori delle piscine delle Marche per affrontare il problema della prossima stagione. Non si può immaginare di ripartire a settembre in queste condizioni». 
Come se non bastasse, per non gravare sulle tasche degli utenti, anch’essi provati dai rincari, per quest’anno la piscina ha deciso di non aumentare le tariffe.

«La nostra è stata una scelta - ammette - , ma per la prossima stagione bisognerà valutare.

Tra l’altro - aggiunge Antonini - oltre alle bollette sono aumentati anche tutti i prodotti necessari in piscina: dalla sanificazione al materiale per gli allenamenti». Per il momento, però, decide comunque di restare aperto, in concomitanza con la piscina estiva alla Filarmonica. «Chiuderemo la comunale solo i primi venti giorni di agosto per le manutenzioni - dice - . Potrebbe sembrare una scelta suicida, ma abbiamo sempre avuto una politica di grande servizio e faremo dei sacrifici anche adesso». Anticipa la chiusura di un mese, invece, la piscina comunale di Civitanova, gestita dalla cooperativa Il Grillo. «Solitamente chiudevamo a fine luglio - dice il vice presidente Andrea Garbuglia - ma ora lo faremo alla fine di giugno». Secondo Garbuglia il caro utenze ha un peso maggiore perché arriva alla fine di due anni difficili.

«Il Covid ha rovinato tre stagioni: dal 2019 ad oggi. Come se non bastasse, al minor numero di presenze legate alla pandemia si è aggiunta la necessità di far godere gli iscritti degli abbonamenti pagati nel 2020 e mai utilizzati. Inoltre, l’ultima stagione, è stata interessata dal caro bollette, iniziato alla fine dell’anno scorso e aumentato con la guerra. Negli ultimi tre mesi del 2021 abbiamo speso 35mila euro in più di utenze rispetto allo stesso periodo del 2020 e tuttora ci arrivano bollette della luce da diecimila euro. Costi - spiega - che non sono stati riversati sui clienti perché una parte dei servizi erogati sono soggetti a tariffa contingentata. Data la struttura comunale, i costi sono bloccati dalla convenzione». Anche secondo Garbugllia la situazione è «preoccupante perché ad oggi non si vede una soluzione. Gli interventi governativi non hanno risolto nulla. Servono misure strutturali, come per altro viene detto da più parti a livello nazionale, che stabiliscano un tetto massimo da non superare. Se ne parla da mesi ma non abbiamo visto nulla di concreto».

Stessa situazione per la piscina comunale di Tolentino, gestita dall’associazione Npn Nuoto Pallanuoto. «Dire che il momento è critico è dire poco - dice il segretario Mario Foglia - . Le bollette sono arrivate a livelli stratosferici. Superiamo il 300 per cento di aumenti. Prima in un mese pagavamo 3.500 euro di energia elettrica, ora arriviamo a 10.800 euro. Arriveremo a fine stagione poi bisognerà rivedere tutto per capire come andare avanti». Pure in questo caso nessun aumento dei prezzi.

«Gli abbonamenti vengono stabiliti ad inizio stagione, a settembre, e non si possono cambiare, e anche se il prossimo anno decidessimo di farlo non riuscirebbero comunque a coprire le spese triplicate. Bisogna trovare soluzioni a livello istituzionale. Magari studiare nuove tecnologie e fare maggiori investimenti per il risparmio energetico». A questa situazione già difficile si somma il calo degli iscritti. «Sono scesi del 40 percento con la pandemia - dice Foglia - ora si è presentata una leggera crescita, ma con l’estate viene tutto rimandato alla prossima stagione. Abbiamo valutato se chiudere in anticipo - ammette - ma avevamo impegni già presi e avremmo dovuto restituire alcuni anticipi, così abbiamo scelto di terminare l’attività ad agosto per le manutenzioni».

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