MACERATA - Nessuna irregolarità nel comportamento dei professori dell'Accademia di Belle Arti, il procedimento a carico di 17 docenti è stato archiviato. Ora il presidente e la direttrice dell'Istituto denunciano: “Valuteremo il da farsi per i danni subiti, poi andremo a Roma. C'è una situazione da affrontare e il Ministero dovrà farsene carico, non ci può lasciare in questo stato”.
Dopo due anni dal suo avvio, l'inchiesta sulle presunte irregolarità compiute da 17 professori in organico dell'Accademia accusati di truffa ai danni dello Stato è stata archiviata. Prima il pubblico ministero Cristina Polenzani, poi il Gip Domenico Potetti hanno riconosciuto le ragioni della difesa - sostenuta dagli avvocati Vando Scheggia e Cinzia Maroni - e quelle degli organi istituzionali dell'Accademia - il presidente Evio Hermas Ercoli e la direttrice Paola Taddei - che fin da subito si erano schierati a fianco dei docenti. L'ipotesi accusatoria, nei loro confronti, era di essersi allontanati dall'istituto di Belle Arti senza timbrare il badge marcatempo e ricevendo, conseguentemente, regolare remunerazione come se in quelle ore avessero lavorato. Per la Guardia di finanza in questo modo avrebbero generato un danno nei confronti dell'Ente pari a 10mila euro. I legali dei docenti hanno invece dimostrato che i professori “a differenza di altri impiegati pubblici - ha puntualizzato ieri l'avvocato Scheggia nel corso di una conferenza stampa -, non sono soggetti a un orario giornaliero, ma devono realizzare un monte ore annuo pari a 324 ore. Solo se tale monte ore non è realizzato si può ipotizzare la truffa ai danni dello Stato”. Non solo. Sia la direttrice Taddei che il presidente Ercoli hanno puntualizzato che in realtà i docenti non solo avrebbero effettuato tutte le ore di lavoro previste da contratto, ma anzi, avrebbero lavorato anche di più del dovuto arrivando in qualche caso a farne più di 600 senza essere per questo retribuiti. La denuncia che aveva dato avvio al procedimento era stata fatta dalla direttrice amministrativa dell'Accademia, Vera Risso che “per il ruolo che riveste - ha precisato la direttrice Taddei - doveva essere ben a conoscenza del meccanismo in base al quale i docenti vengono pagati”.
“L'archiviazione - ha aggiunto l'avvocato Scheggia - mette una pietra tombale sulla vicenda, ma c'è da dire che se invece ci fosse stato un rinvio a giudizio i docenti sarebbero stati tutti sospesi dal servizio”. Quando la vicenda venne fuori “subito si parlò di 'furbetti' dell'Accademia sulla scia dell'indagine fatta a Sanremo sui dipendenti comunali che ebbe un'eco nazionale - ha precisato il presidente Ercoli -. Apprendemmo dai giornali di un'indagine dettagliata fatta con registrazioni e pedinamenti sui nostri docenti. Ma devo dire che abbiamo avuto una congiuntura straordinaria: innanzitutto una grandissima onestà intellettuale della Procura quando tutto convergeva e congiurava verso una semplificazione accusatoria, poi abbiamo avuto una grande capacità e professionalità dei legali e infine lo stesso Cda accademico si schierò con grandissima determinazione a fianco del personale. Da allora abbiamo avuto un'opinione pubblica che immediatamente ha capito che la vicenda era inquinata da una questione personale”.
Macerata, nessun "furbetto"
Il Gip archivia l'inchiesta sui prof
di Benedetta Lombo
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Venerdì 1 Aprile 2016, 11:00
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