Macerata, nessun "furbetto"
Il Gip archivia l'inchiesta sui prof

I vertici dell'Accademia con i legali
I vertici dell'Accademia con i legali
di Benedetta Lombo
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Venerdì 1 Aprile 2016, 11:00
MACERATA - Nessuna irregolarità nel comportamento dei professori  dell'Accademia di Belle Arti, il procedimento a carico  di 17 docenti è stato archiviato. Ora il presidente e la  direttrice dell'Istituto denunciano: “Valuteremo il da  farsi per i danni subiti, poi andremo a Roma. C'è una  situazione da affrontare e il Ministero dovrà farsene  carico, non ci può lasciare in questo stato”.
Dopo due anni dal suo avvio, l'inchiesta sulle presunte  irregolarità compiute da 17 professori in organico  dell'Accademia accusati di truffa ai danni dello Stato è  stata archiviata. Prima il pubblico ministero Cristina  Polenzani, poi il Gip Domenico Potetti hanno  riconosciuto le ragioni della difesa - sostenuta dagli  avvocati Vando Scheggia e Cinzia Maroni - e quelle degli  organi istituzionali dell'Accademia - il presidente Evio  Hermas Ercoli e la direttrice Paola Taddei - che fin da  subito si erano schierati a fianco dei docenti.  L'ipotesi accusatoria, nei loro confronti, era di  essersi allontanati dall'istituto di Belle Arti senza  timbrare il badge marcatempo e ricevendo,  conseguentemente, regolare remunerazione come se in  quelle ore avessero lavorato. Per la Guardia di finanza  in questo modo avrebbero generato un danno nei confronti  dell'Ente pari a 10mila euro. I legali dei docenti hanno  invece dimostrato che i professori “a differenza di  altri impiegati pubblici - ha puntualizzato ieri  l'avvocato Scheggia nel corso di una conferenza stampa  -, non sono soggetti a un orario giornaliero, ma devono  realizzare un monte ore annuo pari a 324 ore. Solo se  tale monte ore non è realizzato si può ipotizzare la  truffa ai danni dello Stato”. Non solo. Sia la  direttrice Taddei che il presidente Ercoli hanno  puntualizzato che in realtà i docenti non solo avrebbero  effettuato tutte le ore di lavoro previste da contratto,  ma anzi, avrebbero lavorato anche di più del dovuto  arrivando in qualche caso a farne più di 600 senza  essere per questo retribuiti. La denuncia che aveva dato  avvio al procedimento era stata fatta dalla direttrice  amministrativa dell'Accademia, Vera Risso che “per il  ruolo che riveste - ha precisato la direttrice Taddei -  doveva essere ben a conoscenza del meccanismo in base al  quale i docenti vengono pagati”.
“L'archiviazione - ha  aggiunto l'avvocato Scheggia - mette una pietra tombale  sulla vicenda, ma c'è da dire che se invece ci fosse  stato un rinvio a giudizio i docenti sarebbero stati  tutti sospesi dal servizio”.  Quando la vicenda venne fuori “subito si parlò di  'furbetti' dell'Accademia sulla scia dell'indagine fatta  a Sanremo sui dipendenti comunali che ebbe un'eco  nazionale - ha precisato il presidente Ercoli -.  Apprendemmo dai giornali di un'indagine dettagliata  fatta con registrazioni e pedinamenti sui nostri  docenti. Ma devo dire che abbiamo avuto una congiuntura  straordinaria: innanzitutto una grandissima onestà  intellettuale della Procura quando tutto convergeva e  congiurava verso una semplificazione accusatoria, poi  abbiamo avuto una grande capacità e professionalità dei  legali e infine lo stesso Cda accademico si schierò con  grandissima determinazione a fianco del personale. Da  allora abbiamo avuto un'opinione pubblica che  immediatamente ha capito che la vicenda era inquinata da  una questione personale”.   
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