A 36 anni ha una relazione con la 13enne
Lei resta incinta, accusato di adescamento

A 36 anni ha una relazione con la 13enne Lei resta incinta, accusato di adescamento
di Benedetta Lombo
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Venerdì 17 Maggio 2019, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 14:48
MACERATA - Scoprono che la figlia 13enne frequenta un uomo più grande di lei di 23 anni e lo denunciano. L’uomo finisce a processo per adescamento di minore, ma intanto la ragazzina resta incinta e va via di casa. È accaduto in un comune dell’entroterra. Tutto è iniziato a dicembre del 2014 quando i genitori della ragazzina che all’epoca aveva 13 anni, studentessa in una scuola media, avevano notato comportamenti strani della piccola. Una volta le avevano trovato una banconota da 10 euro che nessuno dei famigliari le aveva dato, poi un capo di abbigliamento, poi un profumo, un asciugamano e spesso capitava che si chiudesse in camera. Ma quando entravano trovavano il libro aperto e pensavano che la figlia stesse studiando. Un giorno però, mettendo a posto gli abiti della figlia nell’armadio, la mamma trovò un cellulare. Non disse nulla e quando il marito tornò da lavoro parlarono con la figlia. 
  
Fu allora la 13enne spiegò che quel cellulare gliel’aveva dato un signore qualche tempo prima, tra i due, aveva assicurato, non era successo niente, solo in una circostanza lui l’avrebbe accarezzata sul viso. Le preoccupazioni si fecero pesanti sospetti quando la figlia aggiunse che, in realtà, l’uomo le aveva già regalato un cellulare che però lei aveva accidentalmente rotto e per questo gliene aveva regalato un secondo. La 13enne aggiunse che l’uomo (che all’epoca aveva 36 anni) le aveva suggerito di farlo chiamare dai genitori se questi avessero scoperto i regali che gli aveva fatto, perché «non c’era niente di male». Il giorno successivo, invece, i genitori erano in caserma a raccontare l’accaduto e chiedere di proteggere la figlia. Nel giro di 2 settimane la ragazzina era in Tribunale per essere sentita dal pm Cristina Polenzani. Al magistrato confermò di conoscere il 36enne ma negando che ci fossero stati rapporti sessuali. A quel punto il fascicolo è passato alla procura distrettuale di Ancona per competenza per materia. Nel frattempo però, ad aprile del 2016, i genitori hanno trovato un nuovo cellulare alla figlia. 

Questa volta ne hanno controllato il contenuto trovando una chat Whatsapp con messaggi che lasciavano intuire una certa intimità tra lei e un uomo. L’interlocutore era la stessa persona che due anni prima le aveva fatto i numerosi regali. I genitori sono tornati disperati dai carabinieri con il cellulare e, dopo quell’episodio, hanno evitato che l’ormai quindicenne restasse o uscisse da sola. A fine anno però la ragazzina ha scoperto di essere incinta e qualche mese dopo è andata al centro antiviolenza chiedendo protezione. La quindicenne, infatti, temeva la reazione violenta del padre una volta scoperta la gravidanza. Ora è in una comunità protetta. A fine giugno, a distanza di cinque anni dai presunti fatti, è stata fissata la prima udienza del processo a carico del 41enne accusato di adescamento di minore.
 
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