L'attacco frontale di Carancini: «Io solo a invocare il ministero Sciapichetti dica che ha fatto»

Carancini parole dure su Sciapichetti
Carancini parole dure su Sciapichetti
3 Minuti di Lettura
Sabato 18 Gennaio 2020, 13:29
MACERATA  - «L’amministrazione comunale di Ascoli Piceno ha unito forze politiche di maggioranza e di opposizione, parlamentari, rappresentanti regionali, fondazioni, associazioni culturali, ambientali e di categoria... A Macerata questo è mancato». Le parole pronunciate ieri dall’assessore regionale Angelo Sciapichetti del Pd colano come piombo fuso sulla ferita sanguinante per la perdita della sede della Soprintendenza; ma il destinatario, il sindaco Carancini del Pd, non grida di dolore; al contrario, reagisce ruggendo e lanciando fuoco contro il compagno di partito liquidando le sue dichiarazioni come un «sermone evangelico» e accusandolo di attribuire, «come suo costume, le responsabilità agli altri». E anche la sferzante chiusa dell’assessore: «Magari serviva qualche viaggio in più a Roma che non in giro per l’Italia», viene arsa dall’irata risposta che il sindaco ha pubblicato in un post su Facebook accompagnandola con atti, lettere e documenti a perorazione della causa e sfidando nel contempo il compagno di partito a fare altrettanto. 

«Documento quello che l’amministrazione comunale ha fatto», scrive il sindaco. Ed elenca: «Richiesta formale di incontro urgente con una mail del 10 dicembre 2019 con il capo di gabinetto del Mibact Lorenzo Casini»: e poi: «lettera congiunta con il sindaco di Fermo del 10 gennaio 2020 al capo di gabinetto del Mibact Lorenzo Casini per un incontro in vista della decisione sulla sede; trasmissione del 10 gennaio 2020 dell’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale; almeno altri quattro colloqui telefonici tra la segreteria del sindaco e quella del capo di gabinetto Lorenzo Casini per sollecitare un incontro, ultima delle quali il 14 gennaio, chiedendo un incontro l’indomani in concomitanza della presenza a Roma per l’incontro dei sindaci del cratere». E a suggello di tanto invocare, Carancini chiude con un raggelante: «Mai avuta risposta».

«Questo quello che noi abbiamo fatto», rivendica il primo cittadino maceratese chiamando al duello in campo aperto Sciapichetti, che «salva il capogruppo del Pd Maurizio Del Gobbo (guarda caso)». «Invece - domanda il sindaco - il delfino Dem in questa provincia Angelo Sciapichetti, diretto referente e amico di Franceschini in tutte le buone occasioni, assessore di spicco della Regione Marche, cosa ha fatto? Cosa può documentare? È andato ad incontrare Franceschini, come dichiara di aver fatto la sua collega di giunta regionale Casini di Ascoli Piceno, a sostenere la candidatura di Macerata?». Infine la provocatoria sfida finale: «Metta sul tavolo il suo impegno e lo faccia conoscere. O forse ha parlato con Franceschini per non spostare la sede a Macerata ma ad Ascoli Piceno, così avrebbe avuto possibilità di attaccare l’amministrazione comunale di Macerata e il sindaco?». Facile indovinare se ci saranno risposte, ancora più facile prevedere se lo spargimento fratricida di veleni in casa democrat si arresti qui o meno. La campagna iniziata per le primarie di centrosinistra, quella elettorale imminente per Comune e Regione e i conseguenti sgomitamenti già avviati non offrono molti motivi per rallegrarsi. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA