FIASTRA - Giuseppa Fattori, per tutti nonna Peppina, simbolo di resistenza dopo il sisma a 98 anni è stata insignita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del titolo di Commendatore della Repubblica. A parlare, emozionata, è la figlia Gabriella Turchetti: «Siamo orgogliosi ed emozionati, non ci aspettavamo che mamma fosse insignita del titolo di commendatore, non sono riuscita a parlarle, l’ha chiamata mia figlia e ha detto che era frastornata ed emozionata, per questo grandissimo riconoscimento. Questo per noi è un omaggio al simbolo di resistenza e resilienza che mamma rappresenta, alla tenacia di voler rimanere nel territorio in cui ha sempre vissuto, tanto da essere oggetto di uno studio universitario internazionale, in collaborazione tra le università di Camerino e di Tokyo».
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La notizia ha portato gioia ed entusiasmo alla famiglia, a segnalare Giuseppa Fattori, da tutti conosciuta come nonna Peppina è stato il sindaco di Fiastra Sauro Scaficchia. «Mamma è stata per le nuove generazioni il simbolo di quella tenacia e voglia di continuare a vivere sul territorio che non è venuta mai meno nonostante le difficoltà - ha aggiunto Gabriella Turchetti -.
Alla fine l’ha spuntata sulla burocrazia e sull’immobilismo che per anni ha avvolto il centro Italia terremotato, questa anziana tenace e minuta, che non ne ha voluto saperne di abbandonare la sua San Martino di Fiastra. Ha vissuto in un container, ha voluto tenacemente la casetta in legno costruita vicino al suo orto, pur di non lasciare il luogo in cui aveva sempre vissuto con il marito sin da quando si era sposata.
Le sue immagini hanno fatto il giro delle televisioni non solo nazionali quando, in lacrime, a causa di una denuncia, ha dovuto lasciare la casetta giudicata come abusiva. Grazie alla legge che porta il suo nome Nonna Peppina è potuta rimanere ed alla fine ormai sono stati aggiudicati e sono in corso i lavori, che permetteranno di riparare la sua vecchia casa gialla ferita dal sisma, permettendole di tornare là dove è sempre vissuta, grazie all’inossidabile pazienza e tenacia che l’hanno contraddistinta, sin dai primi difficilissimi giorni dopo il sisma.