Il gioielliere Priamo Palmieri muore per un'emorragia e dona gli organi: era stato operato al cuore, task force sanitaria

Il gioielliere Priamo Palmieri muore per un'emorragia e dona gli organi: task force contro il tempo e la neve per effettuare il prelievo a Fermo
Il gioielliere Priamo Palmieri muore per un'emorragia e dona gli organi: task force contro il tempo e la neve per effettuare il prelievo a Fermo
3 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Febbraio 2023, 11:22 - Ultimo aggiornamento: 19:14

 FERMO - Una gravissima emorragia cerebrale ha spezzato la vita di Priamo Palmieri, conosciutissimo gioielliere di Pieve Torina e attivista del territorio, prima che il terremoto del 2016 cancellasse tutto quelo che aveva costruito. È morto all'età di 56 anni, ma la moglie Franca e il fratello di Priamo hanno voluto onorare la sua volontà, quella di donare gli organi. E così è stato fatto. Nelle scorse ore uno straordinario lavoro di equipe, iniziato nel cuore della notte, nonostante la neve, si è perfettamente completato nel pomeriggio di ieri all’ospedale Murri di Fermo con una complessa procedura di prelievo multiorgano, resa più difficile dalle avverse condizioni meteorologiche che hanno reso proibitivi gli spostamenti.

Il gioielliere Priamo Palmieri stroncato da un'emorragia cerebrale: donati gli organi

Le procedure sono iniziate mercoledì 8 febbraio in Rianimazione dove è stata constatata la morte cerebrale di Priamo Palmieri: è stata la famiglia a chiedere di ricordare così il gioielliere in Pieve Torina: un gesto di restituzione, quello del dono, per onorare il desiderio di Priamo, convinto sostenitore della donazione, specie dopo l'intervento al cuore a cui si era sottoposto ad Ancona e che gli aveva restituito la vita.


«Dopo le pratiche di accertamento di morte - si legge in una nota dell'Ast di Fermo - , e raccolto il consenso dai familiari, è partita la complessa macchina della donazione, che ha visto come sempre impegnato un team di professionalità: il laboratorio analisi, la neurologia e neurofisiopatologia, la direzione medica ospedaliera del Murri di Fermo, il personale delle unità di chirurgia, urologia, nefrologia e dermatologia, l'anatomia patologica di Torrette, il Centro tipizzazione tissutale di Milano».

Task force sfida la neve per il prelievo multiorgano


Mentre il team fermano si occupava di accertare l’idoneità del donatore, la rete trapiantologica nazionale, coordinata a livello regionale dalla dottoressa Francesca De Pace e locale dalla dottoressa Daniela Fiore, allocava gli organi trapiantabili secondo una rigorosa e complessa lista di attesa nazionale.

Alle 16.30 è terminato l'accertamento di morte. «Da lì è scattato il timer contro il tempo, essendo il prelievo di organi a scopo di trapianto una procedura tempo-dipendente. Alle 6 del mattino era prevista l'incisione chirurgica. Alle 3 del mattino ha iniziato pesantemente a nevicare. Il personale di sala, impegnato nell’attività di prelievo, non ha esitato a partire alle 3.30 del mattino, nel timore di non arrivare in tempo, per terminare le procedure chirurgiche alle 16.30 senza fermarsi un attimo».

Ciò ha permesso a tre equipe chirurgiche di avvicendarsi e coordinarsi nel prelievo di polmoni, fegato, reni e cornee. Il personale della sala operatoria di Fermo, composto dai dottori in scienze infermieristiche Davide Coscia e Noemi Rogante (strumentisti), Antonio Maglioli, Cristina Evandri e Elia Paglialunga coordinati dalla funzione organizzativa dott. Claudio Carosi, ha lavorato insieme agli anestesisti Michela Romanelli, Luisanna Cola e Daniela Fiore.

Si sono avvicendati i chirurghi Enrico Dalla Bona, coordinatore chirurgo trapiantologo da Ancona, i colleghi della chirurgia toracica di Padova, Eleonora Faccioli e Alessandro Rebusso, l'oculista Giovanni Spinucci di Fermo.
«Un plauso all’eccellente lavoro dei nostri operatori sanitari – il commento del Commissario straordinario Ast Fermo, Roberto Grinta – Una dimostrazione di professionalità e dedizione con cui si sono superare condizioni proibitive, grazie ad un impeccabile lavoro di squadra che ha coinvolto molteplici unità operative del nostro ospedale. Alla famiglia del signor Palmieri un pensiero di vicinanza e di gratitudine per l’esempio di solidarietà».

© RIPRODUZIONE RISERVATA