Marchigiani morti nell'esplosione
C'è un indagato per strage a Milano

Marchigiani morti nell'esplosione C'è un indagato per strage a Milano
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Venerdì 24 Giugno 2016, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 15:15

MILANO - È stato indagato per strage Giuseppe Pellicanò, l'uomo rimasto ferito nell'esplosione che ha distrutto parte di un palazzo in via Brioschi a Milano causando la morte di tre persone e diversi feriti. Ne dà notizia l'Ansa. Per la esplosione rimasero uccisi una coppia di giovani marchigiani, Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, la moglie di Pellicanò mentre le loro figlie di 11 e 7 anni rimasero gravemente ustionate. L'ipotesi è che la fuga di gas sia stata provocata volontariamente da Pellicanò che ha ricevuto un avviso di garanzia per accertamenti irripetibili.

Come è stato riferito in Procura a Milano, dalle indagini coordinate dal pm Elio Ramondini e dall' aggiunto Nunzia Gatto, sono emersi elementi che portano a ritenere che a provocare lo scoppio sia stato un gesto doloso attribuibile a Pellicanò in quanto, è stato accertato definitivamente, la fuga di gas è avvenuta all'interno dell'appartamento dove viveva con la moglie, che se ne stava andando di casa, e le due bambine. In particolare risulta manomesso il tubo del gas.

Per questo e per il fatto che il tetto sopra gli appartamenti esplosi stia crollando gli investigatori devono compiere molto rapidamente una serie di accertamenti irripetibili che riguardano le impronte digitali e biologiche sul tubo. Tubo che non si sa ancora se sia stato tagliato o staccato. Accertamenti che hanno portato alla notifica di un avviso di garanzia per strage al legale del'uomo e ai quali, se lo vorrà, potrà partecipare un suo consulente così come un consulente delle altre persone ferite.

Pellicanò, che deve essere ancora interrogato, si trova al momento ancora ricoverato a Niguarda, così come le sue bambine, per le gravi ustioni riportate. Dall'inchiesta è emerso che l'uomo era in cura da uno psichiatra e da uno psicologo per problemi di depressione e, con la moglie, rimasta uccisa dall'esplosione, stava frequentando un professionista che si occupa di mediazione familiare per rendere meno traumatica la separazione.

Nell'appartamento sono stati rilevati 47 metri cubi di gas metano: secondo le rilevazioni da parte dei tecnici dell'A2A dal contatore di casa Pellicanò, la fuoriuscita di gas è stata di 6 metri cubi all'ora, una quantità rilevantissma: basti pensare, è stato riferito, che per provocare un'esplosione è sufficiente un metro cubo e mezzo di gas metano. Con questi dati inquirenti e investigatori hanno calcolato che il gas ha cominciato a fuoriuscire circa otto ore prima dello scoppio, cioè attorno all'una di notte. 

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