Donna cade in casa e muore in ospedale. Due dottoresse finiscono sotto processo

L'ospedale di Macerata
L'ospedale di Macerata
di Benedetta Lombo
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Giovedì 16 Luglio 2020, 02:05
MACERATA - Una banale caduta in casa, poi la corsa in ospedale in codice rosso e la morte in corsia la stessa sera per un’emorragia interna. Due dottoresse sono state rinviate a giudizio ieri con l’accusa di omicidio colposo. Il dramma si è consumato il 25 gennaio di quattro anni fa. Quel pomeriggio Angela Sperante, maceratese di 87 anni, stava rassettando casa quando per una distrazione inciampò su uno scatolone e cadde a terra. Un banale incidente domestico che però ebbe conseguenze tragiche. 

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Alle 17.15 Sperante fu trasportata d’urgenza in ospedale in codice rosso. Due ore dopo l’arrivo in ospedale l’anziana andò in shock e fu trasferita nella sala emergenza del pronto soccorso. Alle 20.25, in base a quanto ricostruito dal pubblico ministero Margherita Brunelli nel corso delle indagini preliminari, fu richiesta alla radiologa Sara Banchini, 40 anni, di Porto Sant’Elpidio, una Tac toraco-addominale con mezzo di contrasto ma la refertazione fu conclusa solo alle 21.50. Per l’accusa il ritardo avrebbe fatto slittare la diagnosi delle fratture bilaterali del bacino e dell’importante sanguinamento che era in atto. Per quanto riguarda la posizione di Angela Di Fabio, 43 anni di Penne, all’epoca medico del pronto soccorso, la dottoressa prese in cura la paziente alle 20. Secondo l’accusa, in attesa del referto della Tac toracico-addominale arrivato in ritardo, non si sarebbe attivata per raggiungere la diagnosi sulle cause dello shock, omettendo di eseguire l’esame obiettivo/fisico della paziente e di adottare le terapie di contrasto dello shock, limitandosi a praticare solo l’ossigenoterapia. Non solo.

Per l’accusa, una volta avuto l’esito della Tac, il medico Di Fabio non avrebbe provveduto ad instaurare alcuna terapia ad hoc attendendo altri 30 minuti prima di richiedere una consulenza chirurgica, limitandosi a somministrare 500 cc di soluzione fisiologica e a richiedere sangue al centro trasfusionale. Alle 22.20 il cuore dell’87enne smise di battere mentre era in corso la consulenza chirurgica. L’indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Brunelli che incaricò il medico legale Marco Valsecchi di effettuare una perizia per ricostruire le cause della morte dell’anziana. Sulla base delle risultanze del professionista il pubblico ministero ha chiuso le indagini richiedendo il rinvio a giudizio dei due medici per omicidio colposo. Entrambe le dottoresse respingono gli addebiti. L’avvocato Francesco De Minicis, che difende la radiologa, ieri mattina ha prodotto al gup Claudio Bonifazi documentazione che attesterebbe che il giorno della tragedia la Tac non funzionava. Il medico Di Fabio, difesa dall’avvocato Mirko Ricci, respinge anche lei le accuse. 

Ieri mattina alcuni dei parenti dell’anziana (figli e nipoti) si sono costituiti parte civile con gli avvocati Anna Quercetti e Daniele Stacchietti, hanno richiesto un risarcimento di 300mila euro. Il giudice dell’udienza preliminare ha rinviato a giudizio le due dottoresse. Il processo a loro carico si aprirà l’8 luglio del 2021 davanti al giudice Roberto Evangelisti. 
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