Famiglia con dieci figli in didattica a distanza ai tempi del Covid: «La nostra vita tra tablet, cuffiette e pc»

La famiglia Vescovi di Montefano
La famiglia Vescovi di Montefano
di Luca Muscolini
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Lunedì 15 Marzo 2021, 03:55

MONTEFANO - La famiglia di Carlo Vescovi e Rossella Accattoli, a Montefano, con i loro dieci figli, è un mirabile esempio di come ci si attrezza, in cristiana letizia, a vivere senza isterismi anche questo secondo lockdown a distanza di un anno dal primo, facendo tesoro dell’esperienza passata del marzo scorso, ma anche e soprattutto beneficiando di un supporto irrinunciabile, quello dei nonni, senza i quali sarebbe stata davvero dura. 

 

«L’aiuto che ci stanno dando mio padre Gilberto e mia madre Marisa è di inestimabile importanza. La settimana scorsa – racconta la super mamma di Montefano -, ad esempio, per me è stata ardua. Sono dovuta restare al fianco della mia figlia più piccola Noemi, ricoverata all’ospedale per un controllo e, quindi, ho lasciato sguarnito il nido domestico. L’aiuto divino si è concretizzato materialmente con il supporto dei miei genitori, ma anche di mia sorella Elisabetta, che abitano nell’appartamento sopra al nostro, i quali si sono presi cura dei più piccoli: Giovanni che frequenta la terza primaria, Gioele la quarta, Davide la quinta e Pietro, quest’anno in prima media. Dal punto di vista tecnologico posso senz’altro affermare che sono stati i nostri angeli custodi, dato che, oltre ad accudirli, li hanno aiutati con i vari devices». 

Andando nel dettaglio «Anna, al suo primo anno da universitaria, ha il computer nuovo; Rachele, al quarto anno del professionale per servizi socio sanitari di Recanati e Maria, al secondo anno all’Itas di Macerata, possono contare sui portatili ricevuti in regalo per la cresima; Giuseppe ha in uso dall’inizio del suo primo anno di superiori il tablet dall’Itis di Recanati, istituto molto progredito sul fronte informatico; Pietro, infine, utilizza il computer fornito dalla scuola media (che ne ha potuto concederne però uno solo per famiglia in comodato d’uso). Il problema è stato far disporre ai tre figli delle elementari gli opportuni supporti tecnologici. Mio padre ha risolto tutto estraendo tre assi dalla manica: un computer fisso, un altro un po’ più datato ed un terzo che utilizzava prevalentemente per le sue fotografie. Considerando che lo scorso anno il lavoro a distanza per i nostri figli della primaria era molto più blando, il supporto tecnico dei miei genitori e la loro vigilanza la scorsa settimana sono risultati determinanti».

Un supporto necessario anche per gestire connessione ad internet e spazi: se infatti la Dad e lo smart working hanno messo a dura prova nuclei familiari molto più ridotti di quello dei Vescovi, ogni mattina la famiglia di Montefano deve supportare ben nove connessioni. Per risolvere questo problema e quello delle stanze da riservare a ciascun figlio studente, la divisione sui due appartamenti è stata fondamentale: «I più grandi si sono organizzati nel nostro appartamento, dividendosi tra le camere da letto: due di loro condividono una stanza unica perché Michele non riusciva a restare in cucina durante la lezione, essendo comunque un luogo di passaggio. Per non disturbarsi a vicenda utilizzano gli auricolari. I quattro più piccoli, invece, sono al piano superiore, anche in quel caso due si ritrovano dividere lo stesso spazio».

Una didattica che non è stata apprezzata da tutti i figli, «ma stanno imparando a conviverci - confida la mamma - . Il dato positivo per me è dato dal fatto che sono meno pressata dagli orari al momento dei pasti, soprattutto della colazione, dato che ora i ragazzi non devono spostarsi per raggiungere le rispettive scuole. Per il resto tutto procede come prima, tra turni per l’uso dei due bagni, preghiere, film in tv e la gioia di ritrovarsi insieme, anche se purtroppo in autunno abbiamo dovuto scegliere di non far iniziare le attività sportive ai nostri figli, peraltro ora sospese, per sicurezza. Finora nessuno di noi è vaccinato ma seguiamo rigorosamente le regole anti Covid per preservarci ed anche per permettere a mio padre Gilberto, che ha un’azienda metalmeccanica, di non dover bloccare il lavoro per eventuali contagi. Con l’aiuto di Dio – termina Rossella – anche stavolta ce la faremo».
 

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