Civitanova, ricoverata otto mesi per il Covid: «Un purgatorio. Ora sono rinata»

Civitanova, ricoverata otto mesi per il Covid: «Un purgatorio. Ora sono rinata»
Civitanova, ricoverata otto mesi per il Covid: «Un purgatorio. Ora sono rinata»
di Chiara Marinelli
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Sabato 16 Luglio 2022, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 16:00

CIVITANOVA - Il lungo calvario di Eva Vittori, 83 anni, nota a tutti come Ave, che ha contratto il Covid il 23 novembre dello scorso anno. Mesi lunghi lontana da casa, da un letto di un ospedale all’altro, intubata per diciotto giorni e poi un complesso percorso di riabilitazione. 

Otto mesi lontana dalla sua famiglia, dalla sua casa e dal suo quartiere. L’altra mattina è tornata a casa, sulle sue gambe. 


Il racconto

 
«La mia famiglia mi ha dato la forza per affrontare tutto questo.

Sono stati mesi di purgatorio, ora sono in paradiso», ha detto Eva Vittori, amatissima nel sua quartiere, a San Gabriele. Il calvario vissuto dalla anziana civitanovese lo raccontato Claudia Bartolini, fidanzata del nipote e legatissima alla signora Ave.

«Lo scorso 23 novembre ha contratto il Covid, nonostante avesse fatto tutte le dosi di vaccino. In famiglia non abbiamo mai sottovalutato questa malattia, anche perché sua sorella e il cognato sono morti dopo aver contratto il virus. Temevamo molto questa malattia – ha raccontato Claudia –. Inizialmente stava bene, poi la situazione è peggiorata. Dopo qualche giorno è stata ricoverata all’ospedale di Civitanova e poi al Santo Stefano della Valdaso. Poi è stata ricoverata a Fermo, prima con l’ossigeno e poi con il casco ma la situazione continuava a peggiorare. Alla fine è stata intubata. Lei era cosciente e sapeva che quello poteva essere l’ultimo stadio. Inizialmente non era d’accordo, anche noi familiari avevamo paura e non sapevamo bene come muoverci. Ma era l’unica soluzione – ha continuato -. Lei ha detto più volte che lo ha fatto per i suoi nipoti. Intubata a Fermo, è stata poi trasferita a Macerata. Per un po’ di tempo è anche stata in coma farmacologico. Finalmente si era svegliata ma i polmoni erano compromessi. Infine, è stata trasferita all’istituto Santo Stefano dove è cominciato il percorso di riabilitazione. Qui è diventata la “nonna di tutti”. È stata trattata come una di famiglia, i medici e gli infermieri ci aggiornavano su tutto, prima di fare ogni cosa le chiedevano il suo parere. Ieri (l’altro ieri per chi legge, ndr) è stata finalmente dimessa, tutto il vicinato la aspettava in strada, quando è arrivata è scoppiato l’applauso. Tutti le vogliono bene», ha concluso Claudia. 

 

La reazione

 
«Sono felicissima di essere tornata a casa – ha detto la signora Ave –. Mi viene il groppo alla gola, mi viene da piangere. Devo ancora superare questa difficilissima fase della mia vita, che chiamerei purgatorio. La mia famiglia mi ha dato la forza per affrontare e superare tutto. Ora mi sento in paradiso».

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