Comune nella rete della burocrazia. Dopo 22 anni deve ridare 197 euro: una cosa da non crederci

Il Comune di Corridonia
Il Comune di Corridonia
di Marco Pagliariccio
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Domenica 15 Gennaio 2023, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 17:35

CORRIDONIA - Le surreali storie legate alla burocrazia non smettono mai di stupire. Poco prima di Capodanno (ma la determina è stata pubblicata solo nei giorni scorsi in albo pretorio), il Comune di Corridonia è stato costretto a rimborsare alla Regione la fantascientifica cifra di 197,43 euro in quanto quota non dovuta riguardante un finanziamento per la viabilità stanziato da Ancona nel 2000 (quando ancora l’euro non era neppure moneta corrente) e ricevuto fisicamente nel 2004. 

 
 
La storia, come accennavamo, è piuttosto surreale e nasce all’inizio del nuovo millennio.

Il 21 novembre 2000 la Regione delibera i criteri di riparto tra Province e Comuni marchigiani dei fondi derivanti dagli oneri supplementari a carico dei mezzi d’opera nel triennio 1997-1999, fondi che l’ente, per legge, deve destinare all’adeguamento delle infrastrutture stradali. In pratica, quando un camion per il trasporto di materiali edili scende in strada deve pagare un indennizzo che viene introitato dalla Regione, finendo in un calderone che puoi viene utilizzato per lavori alla rete viaria.

Con la calma che solo gli enti pubblici sanno avere, il contributo viene materialmente erogato quasi quattro anni dopo, l’11 giugno 2004, con un decreto dirigenziale che approva la ripartizione delle somme e assegna a Corridonia la bellezza di 1.811,21 euro. Cifra con la quale si può, indicativamente, tappare qualche buca. La partita sembra chiusa ma si riapre il 21 marzo 2007, quando il Tar accoglie il ricorso della Provincia di Ancona, che si era vista esclusa dalla ripartizione delle somme, e impone alla Regione il ricalcolo della ripartizione del fondo.

Sempre con pochissima fretta, la Regione perviene alla nuova ripartizione il 12 dicembre 2012, stabilendo per Corridonia che la cifra corretta fosse quella di 1.613,78 euro e che quindi il Comune dovrà restituire i 197,43 euro introitati in eccesso. L’ente, però, non risponde per un decennio e il 5 marzo scorso la Regione torna a bussare per avere indietro quel gruzzoletto. Il 28 dicembre, finalmente, assegno firmato e partita chiusa. 

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