Corridonia, calunnia e diffamazione
al sindaco per il caso Zoccolanti

Il sindaco Nelia Calvigioni
Il sindaco Nelia Calvigioni
di Benedetta Lombo
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Sabato 12 Marzo 2016, 09:57
CORRIDONIA - Calunnia e diffamazione nei confronti del sindaco Nelia Calvigioni. Sono queste le ipotesi di reato contestate a Luigi Morresi, segretario del Comitato tutela Zoccolanti. Nelle scorse settimane il pubblico ministero Rosanna Buccini ha chiuso le indagini firmando l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. La vicenda, finita all’attenzione del sostituto procuratore, fa seguito all’accesa polemica scoppiata a Corridonia ormai due anni fa sullo spostamento dell’antenna dalla località Cappuccini Vecchi alla zona in prossimità del monastero degli Zoccolanti. La decisione aveva visto la nascita e l’opposizione di un apposito comitato sorto proprio a salvaguardia del monastero.
L’iter, che si era poi concluso nel novembre del 2014 con l’installazione del traliccio alto 36 metri, era stato accompagnato da mozioni in consiglio comunale, ricorsi, esposti e denunce. In base a quanto emerso sarebbe stato lo stesso Morresi a presentare una denuncia contro il primo cittadino facendo riferimento a presunte utilità che il sindaco avrebbe ottenuto dal costruttore di un palazzo che sorgeva in prossimità della vecchia antenna se fosse intervenuta nello spostamento del traliccio. Il procedimento avviato dalla denuncia, però, era stato archiviato e il sindaco ha denunciato Morresi per calunnia.
“Ho saputo che c’è stata questa azione nei miei confronti, procederò con i miei legali - ha affermato ieri Morresi -. Per me è una grossa sorpresa, da otto anni a questa parte ho fatto solo tutto quello che ho potuto per evitare lo scempio dell’antenna. Vorrà dire che dovrò rimboccarmi le maniche e far valere le mie ragioni. Posso però dire che tutto è stato fatto alla luce del sole. Se qualcuno crede che ho sbagliato lo deve dimostrare e io mi difenderò. Ho tutta la documentazione, una volta visto il capo d’accusa la tirerò fuori. Mi infastidisce però, perché ho sempre collaborato con la giustizia. Vedremo se il tempo darà ragione”. 
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