Storico panificio chiuso da un mese. Marinozzi: «Tutta la famiglia positiva al Covid-19, ma il peggio è passato»

Silvano Marinozzi
Silvano Marinozzi
di Marco Pagliariccio
4 Minuti di Lettura
Sabato 20 Marzo 2021, 01:50

CORRIDONIA - Era il 19 febbraio scorso quando il panificio e pasticceria Fratelli Marinozzi si era visto costretto ad abbassare la saracinesca. Corridonia e il Maceratese non erano ancora in zona rossa, ma il notissimo negozio di via Pausula aveva dovuto arrendersi al Covid-19. Un dipendente era risultato positivo al tampone, tanto bastava per far scattare la chiusura. 

LEGGI ANCHE:

Il Covid corre ancora nelle Marche, oggi i nuovi contagi sono 822. Ecco dove il contagio è maggiore /La mappa del virus in tempo reale

 
«Stiamo sanificando tutti i locali, con le ditte di sanificazione specifiche, ognuno di noi si è sottoposto a tampone, salvo ulteriori complicazioni lunedì possiamo riaprire, rispettando tutte le normative di legge», scriveva lo staff su Facebook in quel giorno nefasto.

Sembrava questione di giorni, insomma. Ma le cose sono andate peggiorando giorno dopo giorno, tanto che un mese dopo l’attività è ancora ferma. Il Covid-19, infatti, si è insinuato all’interno della famiglia Marinozzi, colpendo quasi tutti. Il peggio ora sembra alle spalle, ma Silvano, uno dei titolari, se l’era vista davvero brutta.

«Sta andando per le lunghe perché, vivendo a stretto contatto, abbiamo contratto praticamente tutti il virus, chi in forma più lieve e chi più grave – racconta il pasticciere corridoniano, erede di una tradizione ormai sessantennale –. Io e mia cognata siamo stati quelli che sono stati peggio. Ho passato dei giorni davvero brutti, con la febbre alta che non passava e un principio di polmonite in corso. Devo ringraziare l’Usca che mi ha seguito in questo percorso, visitandomi e curandomi a casa e portandomi, quando necessario, all’ospedale di Macerata per esami e controlli vari. Ad un certo punto, visto che il corpo non reagiva alle cure, volevamo ricoverarmi al Covid hospital a Civitanova. Per fortuna, nel momento peggiore, le cure hanno iniziato a sortire gli effetti sperati e il peggio è passato. Ora, anche se sono ancora un po’ acciaccato, sto bene: sto proseguendo con le cure, ma la febbre è sparita da 5-6 giorni».

Finalmente, insomma, si vede la luce in fondo al tunnel, anche se non c’è ancora una data di riapertura per il negozio a due passi dall’uscita della superstrada. «Stiamo tutti bene, ma non ci siamo ancora tutti negativizzati, per cui bisogna aspettare il via libera dell’Asur per uscire dalla quarantena», conferma Marinozzi. L’importante è essersi messi alle spalle il periodo più brutto, anche se, oltre all’aspetto sanitario, va considerato anche il contraccolpo economico, visto che panettierie e pasticcerie non sono tra quelle costrette alla chiusura dalla zona rossa. «Non ho seguito da vicino la parte economica in queste settimane, ma non mi pare siano arrivati ristori o altro – conferma Marinozzi –. Stare chiusi un mese o due è dura, anche per una famiglia solida come la nostra, dove aiutandoci l’un l’altro bene o male siamo riusciti a tirare avanti. Figuriamoci per altre realtà». 


Difficile che un abitante di Corridonia e dintorni non conosca i dolci di Marinozzi, in particolare il suo rinomato panettone, che nel 2014 si classificò al secondo posto in Italia al Panettone Day, dietro soltanto ad una pasticceria veronese. Una tradizione di pane e dolci che è nata agli inizi degli anni Sessanta con Ottavio e sua moglie Fosca e proseguita ora da figli e nipoti: oggi sono Silvano, Ennio, Paolo, Giulietta, Mariagrazia e Lorella a portare avanti l’attività di famiglia, ognuno con la propria specialità. Tutto era iniziato nel 1961 con l’apertura dello storico negozio Loida, all’interno del centro storico, e anno dopo anno l’investimento sulla qualità ha pagato, fino allo sbarco sui tavoli romani del Panettone Day. Non sarà certo il Covid a dire stop a un’eccellenza come questa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA