Una folla commossa all’addio a Federica investita da un bus: «Insieme da 25 anni, sempre con il sorriso»

Una folla commossa all’addio a Federica investitqa da un bus: «Insieme da 25 anni, tutti con il sorriso»
Una folla commossa all’addio a Federica investitqa da un bus: «Insieme da 25 anni, tutti con il sorriso»
di Marco Pagliariccio
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Venerdì 23 Luglio 2021, 09:05

CORRIDONIA  - Tre comunità si sono strette intorno al dolore della famiglia di Federica Ciuffetti. Al funerale della quarantaseienne deceduta dopo essere stata investita da un autobus martedì mattina c’era Pieve Torina, il paese di origine, quella dei genitori e degli amici dinfanzia, rappresentata dal sindaco Alessandro Gentilucci; c’era Macerata, la città che le aveva aperto le porte sul fronte lavorativo e dove ha tragicamente trovato la morte, con il presidente della Provincia Antonio Pettinari e il vicesindaco Francesca D’Alessandro; e ovviamente c’era Corridonia, rappresentata dal vicesindaco Manuele Pierantoni, la città che era diventata sua dopo il matrimonio con Paolo Piccardoni, frutto dell’amore da cui era nata la piccola Maria Vittoria.


Proprio il marito ha voluto prendere la parola al termine della cerimonia funebre, celebrata in una gremita chiesa dei Ss. Pietro, Paolo e Donato (è stato aperto anche il teatrino per accogliere coloro che non trovavano posto in chiesa), per ricordare la sua amata. Ricordarne la dolcezza di compagna prima e moglie poi, ricordarne la premura di madre.

«Non ho pensato a delle parole, il tempo è scorso via così in fretta – ha detto Piccardoni – ma voglio raccontare i due lati di Federica, la moglie e la madre. Dal primo lato, siamo stati insieme per 25 anni tutti basati sul sorriso, sulla dolcezza, sul gioco, sulla complicità, sull’intelligenza. Con alti e bassi, come normale che sia, ma si arrivava sempre a perdonarci a vicenda. Amava la musica, non c’era un momento in casa che non fosse accompagnato da canzoni, non un genere particolare. La prendevo in giro dicendo che era una divoratrice di libri, tutto quello che le passava sotto mano lei lo triturava. Una sera, prima ancora che arrivasse Maria Vittoria, trovai un faldone sotto il cuscino. Le dissi: e questo? E lei: domani devo essere pronta al lavoro».

E poi c’è la Federica mamma di Maria Vittoria, che a 12 anni, seppur circondata e sorretta dalle tante amiche, si ritrova ad affrontare la sfida di dover crescere in fretta, troppo per un bambina della sua età. «Tanta roba – si lascia scappare il marito – quando stava per nascere Maria Vittoria, in una notte di dicembre, dovevamo andare a San Severino e stava per nevicare.

Dovevamo sbrigarci e lei pensava a sistemare la casa. Stava per partorire e lei pensava a quello. Alla fine siamo comunque arrivati in tempo, ma questo fa capire quanto fosse legata alla casa e a nostra figlia, che ci ha dato tante soddisfazioni, gioie immense. Tutte le attività della nostra famiglia giravano sempre intorno a Maria Vittoria per lei. Ora ci aspetta una sfida importante. Ho visto tante persone, amici, colleghi che si sono stretti intorno a noi per darci forza e coraggio».


E poi, sempre dalla voce di Paolo, il semplice ma struggente messaggio che la figlia ha scritto su un biglietto per dare l’ultimo saluto alla mamma che non c’è più. «Mamma, ti voglio tanto bene. Da grande voglio essere bella, intelligente, organizzata e responsabile… proprio come lo eri tu».

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