Macerata, i ristoratori che non si arrendono: «Abbiamo resistito al terremoto, ci rialzeremo anche questa volta»

Macerata, i ristoratori che non si arrendono: «Abbiamo resistito al terremoto, ci rialzeremo anche questa volta»
Macerata, i ristoratori che non si arrendono: «Abbiamo resistito al terremoto, ci rialzeremo anche questa volta»
di Alessandra Bastarè
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Giovedì 7 Maggio 2020, 10:55

MACERATA - Prima il sisma e poi il Covid-19 ma la voglia di ripartire e di non abbattersi è tanta per chi rappresenta un vero e proprio modello di resilienza nella nostra provincia.

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«Siamo stati chiusi due anni ora non ci fanno di certo paura due o tre mesi nonostante la situazione sia ben diversa e forse anche più grave; la voglia di ripartire comunque è tanta e non vediamo l’ora – raccontano Duilia Caporaletti e Roberto Marucci del ristorante Duilia a Sant’Angelo in Pontano, delocalizzato a causa del terremoto in un prefabbricato davanti alla vecchia struttura -. Noi lavoriamo principalmente con turisti quindi aspettiamo il primo giugno per ripartire perché tornare in cucina ora non avrebbe senso se non c’è richiesta. Puntiamo quindi tutto sull’estate e sull’arrivo degli stranieri, se arriveranno. Anche questa volta la botta è stata dura ma cercheremo di resistere e continuiamo, anche dentro casa, a cucinare per tenerci attivi fisicamente e mentalmente». 
 
La grinta 
Anche Sonia Potoni, dell’hotel e ristorante Tesoro di Caldarola, non vede l’ora di tornare alla normalità. «Con l’albergo siamo riusciti a ripartire con un minimo di persone anche se tutta la programmazione estiva è completamente saltata – racconta -. Per il ristorante siamo ancora in attesa di linee guida da seguire per riaprire in sicurezza dato che non c’è ancora niente di definitivo; ora stiamo un po’ ricominciando con l’asporto ma lo facciamo più che altro per tenerci impegnati e garantire un servizio perché non si tratta di guadagnare. In questo primo periodo penso che lavoreremo principalmente grazie ai cantieri della ricostruzione perché di certo i turisti non ci saranno».

I dubbi 
Con il fiato sospeso anche Renzo Budassi del ristorante Nido dell’Aquila di Monte Cavallo, in una struttura provvisoria a causa del sisma, che però non vede l’ora di ricominciare. «Dato che ancora non ci sono direttive chiare su cosa dobbiamo fare per mettere in sicurezza i nostri locali al momento non stiamo facendo nulla perché è inutile comprare dei pannelli in plexiglas se poi non li potremo utilizzare – spiega -. Certamente per garantire la distanza di sicurezza tra i clienti, dai 120 posti che avevamo passeremo a 40 e questa sarà una grande penalizzazione. È bello sentire, con messaggi quotidiani, l’affetto dei nostri clienti che non vedono l’ora di tornare ma siamo un po’ con le mani legate; questa emergenza, secondo me, è e sarà peggio del terremoto». 

La situazione 
«Al momento ci stiamo organizzando con il take away che facciamo nel fine settimana e su prenotazione e ci stiamo adeguando a questo nuovo modo di fare ristorazione – spiega Sonia Fiorelli, titolare della trattoria pizzeria Del Pescatore di Visso, rimasta chiusa per un periodo a causa di una frana che isolò il locale -. L’attività inoltre è a confine tra Umbria e Marche quindi tanti clienti affezionati umbri non possono venire e dobbiamo essere noi a portar loro le pizze a domicilio; è un servizio che facciamo per coccolare i clienti e per evitare che loro si dimentichino di noi ma non è di certo per il guadagno».

L’obiettivo
«Da lunedì cercheremo di riaprire con l’asporto in attesa di norme chiare – racconta Simona Sberla, dell’Osteria dell’Arte a Camerino, delocalizzata al Sottocorte Village -.

Possiamo dire che dopo il sisma ci stavamo un po’ riprendendo ma adesso il Covid-19 ha peggiorato tutto senza considerare che da 40 posti siamo passati a 20 e ora se riusciremo a garantirne otto sarà un miracolo; per non parlare della cucina dove potremmo stare in due e non più in quattro. L’unica speranza è che presto possano arrivare un vaccino o una terapia efficace per avere un briciolo di “normalità”; non vediamo l’ora di ripartire e rialzarci di nuovo».

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