Macerata, la lirica non getta la spugna: «La stagione si farà, lo Sferisterio è compatibile»

Macerata, la lirica non getta la spugna: «La stagione si farà, lo Sferisterio è compatibile»
Macerata, la lirica non getta la spugna: «La stagione si farà, lo Sferisterio è compatibile»
di Mauro Giustozzi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 13 Maggio 2020, 12:36

MACERATA - Mof in sospeso tra indicazioni del Comitato tecnico scientifico e quelle del Mibact per la prossima stagione lirica. «La sicurezza è il valore primario di riferimento per tutti in questa fase –esordisce il presidente del cda Romano Carancini- ma noi siamo convinti più che mai, privilegiando il mantenimento del livello artistico e la sostenibilità economico-finanziaria, che ci possa essere una stagione lirica. Che non sarà minore ma potrà essere diversa, forse non come la conosciamo e l’abbiamo disegnata con le 3 opere. L’intenzione è di andare avanti anche perché l’annullamento peserebbe economicamente sulla città». 

LEGGI ANCHE:
Spiagge e ristoranti, la guerra delle distanze tra Marche e Inail. Pieroni: «Burocrati, così è impossibile riaprire»


Coronavirus, sono 20 i nuovi positivi ma calano i tamponi. Nelle Marche 6.588 contagiati/ I test effettuati in tutta Italia in tempo reale

Rinunciare alla lirica significa una perdita di gettito per chi ci lavora, tante le maestranze maceratesi e del territorio, di poco meno di 2 milioni di euro senza considerare l’indotto. «Delle questioni tecniche a livello nazionale di come far ripartire gli spettacoli teatrali ed all’aperto si sta occupando il nostro sovrintendente Luciano Messi –prosegue il presidente del Mof- e siamo in attesa di quelle che saranno le linee guida su cui poi modellare la stagione lirica. Lo Sferisterio può essere compatibile»
 
«E’ ovvio che qualunque decisione verrà presa condizionerà quelle che sono le nostre scelte: però non ci troverà impreparati. Si è lavorato in questi mesi su un duplice binario: accanto a quello tradizionale che era stato programmato c’è ne è uno alternativo che consenta lo svolgimento del festival in una forma diversa, anche sperimentale, e che potrebbe essere un laboratorio utile da implementare per il futuro, quando la pandemia non condizionerà più la nostra vita come sta accadendo in questi mesi. Noi crediamo che la nostra arena possa offrire quella compatibilità che sarà richiesta in merito agli spettacoli dal vivo all’aperto».
I posti
Certo, «se potremo avere 1000 posti invece degli oltre 2000 dello Sferisterio ci dovremo adattare seguendo però sempre la linea di un livello artistico d’eccellenza ed una rigorosa sostenibilità economica della stagione che è la stella polare seguita in questi anni di lavoro da tutto il cda». Una stagione lirica che potrebbe non essere solo dedicata al bel canto, ma allargata anche a contaminazioni con altre espressioni dal vivo, fermo restando che al centro resterebbe l’opera lirica. «Sì, una stagione con un profilo diverso e mai vista in passato –conclude Carancini- ma io sono certo che avrebbe un fascino assoluto capace di calamitare l’attenzione di un pubblico che usufruirà dello spettacolo non più unicamente dentro l’arena ma anche in altri modi». Anche l’assessore alla Cultura, Stefania Monteverde, attende con ansia notizie dal ministero che dettino le linee su cui muoversi. «Preoccupazione c’è, inutile nasconderlo. -afferma l’assessore- Però abbiamo la fortuna di avere un teatro all’aperto che consente quel distanziamento tra persone che impone il Covid 19. In arena ci sono i palchi che possono accogliere i congiunti, la famiglia, che permette di avere un controllo ancora maggiore.

Gli ampi spazi dello Sferisterio ci consentono di fare esperienze con un pubblico differente non necessariamente al massimo della capienza consentita». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA