Affitto non pagato durante i mesi di lockdown: avvocato sfrattato dallo studio legale

Macerata, affitto non pagato durante i mesi di lockdown: avvocato sfrattato dallo studio legale
Macerata, affitto non pagato durante i mesi di lockdown: avvocato sfrattato dallo studio legale
di Benedetta Lombo
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Giovedì 29 Ottobre 2020, 10:50

MACERATA - Affitti non pagati durante il lockdown, avvocato sfrattato dal proprio studio legale. «L’amarezza è duplice, sia nei confronti del locatore che aumenta il canone di locazione appena dopo il lockdown e sia nei confronti del giudice che non tiene conto né della buona fede, né del tessuto normativo e né del periodo che stiamo vivendo e convalida uno sfratto in costanza di Covid».

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A parlare è un avvocato della provincia di Macerata che martedì scorso si è visto notificare l’ordinanza di rilascio dell’immobile locato dal giudice civile del Tribunale di Macerata. 

I termini

Il provvedimento diventerà esecutivo dopo il 31 dicembre di quest’anno, salvo proroghe legate all’emergenza Covid. La vicenda è esplosa il primo settembre scorso quando all’avvocato viene intimato lo sfratto per morosità, non avrebbe pagato i canoni locatizi dell’immobile che ospita il suo studio legale da marzo a luglio, per un importo complessivo di 2.350 euro. Il 24 settembre scorso nell’udienza davanti al giudice, i proprietari dell’immobile hanno chiesto di convalidare lo sfratto e di emettere l’ingiunzione per il pagamento di 2.410 euro. L’avvocato si è opposto ad entrambe le richieste dando la sua spiegazione, rievocando le richieste dei proprietari e le trattative intercorse a luglio per la regolarizzazione della posizione. «È una questione di diritto e di buon senso. Con la diffusione della pandemia e il conseguente lockdown – spiega il legale – gli avvocati che lavorano con posizioni giudiziali non rientranti nelle materie non oggetto della sospensione Covid, si sono visti paralizzare ogni attività e fonte di reddito. La mia attività è stata sostanzialmente bloccata. Quale poteva essere l’esercizio della professione se non si celebravano i processi? Perché sarei dovuto andare in studio se nemmeno potevo ricevere i miei assistiti e poi per fare cosa? Per aggiornarli sui rinvii a pioggia delle cause che ricevevo tramite Pec?». Una situazione, quella descritta, kafkiana. «Da marzo – ha aggiunto – è stato tutto sospeso, i proprietari dell’immobile mi hanno comunicato un aumento del canone a partire da giugno, da settembre sto pagando 650 euro tra canone corrente e una rata del pregresso e chiedono lo sfratto? Il vero nocciolo della questione è che il giudice non ha contestualizzato la situazione giuridica e la situazione in rapporto al momento storico e sociale che stiamo vivendo». 

Le motivazioni

«Nell’ordinanza il giudice - prosegue il legale - evidenzia che l’attività dell’avvocato non rientra tra quelle sospese per legge, è vero, ma i tribunali erano chiusi, i processi erano sospesi, i clienti non potevano accedere allo studio, di fatto si è bloccata tutta l’attività. Ripeto, è anche una questione di buon senso. Ci sono le piazze in subbuglio per il Covid e un giudice ordina lo sfratto».