Macerata, universitari fuorisede bye bye: è braccio di ferro sugli affitti

Macerata, universitari fuorisede bye bye: è braccio di ferro sugli affitti
Macerata, universitari fuorisede bye bye: è braccio di ferro sugli affitti
3 Minuti di Lettura
Martedì 12 Maggio 2020, 11:50

MACERATA - Case vuote, luci spente, serrande abbassate. Gli immobili locati agli universitari di Macerata, come quelli di tante altre città universitarie, sono chiusi da settimane ormai e probabilmente lo rimarranno ancora, anche se è difficile stabilire per quanto. Proprio per questo una buona parte degli studenti affittuari tornata nei rispettivi Comuni di residenza si è rivolta alle associazioni di categoria per capire il da farsi, se continuare a pagare, se chiedere una riduzione e via dicendo. Allo stesso modo anche i proprietari si sono interrogati su come procedere.

LEGGI ANCHE:
Altri otto guariti nella casa di riposo dove erano quasi tutti positivi: la struttura torna a respirare

Via libera a bar, ristoranti e barbieri. Ceriscioli: «Le Marche riaprono il 18 maggio»/ Il protocollo per estetiste e parrucchiere


La situazione è complessa, specialmente a livello economico. In un momento in cui molte famiglie hanno difficoltà consistenti, portare avanti l’affitto di una casa vuota non sembra la soluzione più opportuna. Proprio per questo il Sunia, il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari, in attesa di linee guida specifiche, sta facendo il possibile per mediare tra le parti guidando locatori e affittuari verso un confronto proficuo e pacifico.
 
La segretaria provinciale Sunia di Macerata Enrica Chiarastella ha offerto un quadro esaustivo della situazione, dal momento che lei e il suo staff ogni giorno ricevono decine di chiamate da affittuari, proprietari e anche genitori degli studenti in difficoltà. «La situazione è complessa e mentre aspettiamo il confronto diretto con la Regione Marche richiesto proprio dalle associazione di categoria come la nostra, - ha spiegato la Chiarastella – cerchiamo di mediare tra le parti in causa, conducendole sempre al compromesso e solo in rare situazioni non è stato possibile raggiungere una soluzione consona ad entrambi, ad esempio quando il proprietario rivendica la validità del contratto. Premesso questo, non mancano casi in cui l’inquilino continui a pagare a prezzo pieno, o che gli venga concesso di pagare la metà oppure di non pagare le utenze o, ancora, che decida direttamente di recedere dal contratto. La maggior parte delle volte l’affitto viene ridotto oppure vengono sospese le utenze, anche in considerazione dei bonus del decreto Cura Italia». 
I fondi
Infatti mediante la ripartizione dei fondi di sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole, molti affittuari hanno concordato insieme ai rispettivi locatori di sanare le spese proprio attraverso questi fondi. Pensando al futuro però, la situazione peggiora. «Qualora l’Ateneo non dovesse riaprire, - ha chiarito la segretaria provinciale – la situazione sarà ancora più complessa, perché magari in molti opteranno per recedere dal contratto con inevitabili conseguenze a livello economico e pratico. Mi spiego meglio: secondo alcune voci a settembre le lezioni riprenderanno online e potrebbero ripartire in presenza a gennaio, a quel punto come faranno coloro che hanno deciso di lasciare gli alloggi? Varrà la pena tornare da gennaio in poi? E se sì, come saranno stilati eventuali contratti di locazione? Come ci si dovrà muovere se si proseguirà solo online? Aspettiamo chiarimenti dalla Regione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA