MACERATA - Migliaia di persone in isolamento domiciliare, centinaia uscite dagli ospedali ma che prima di rientrare nel nucleo familiare devono trascorrere periodi di quarantena per evitare di contagiare amici, parenti o colleghi di lavoro.
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Ed ecco che il sistema alberghiero, o almeno una parte di esso, ha risposto presente alla chiamata del territorio in preda all’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19 mettendo a disposizione diverse strutture della propria rete regionale.
La disponibilità
Nella provincia di Macerata due sono gli alberghi che hanno risposto.
I timori
In particolare per i timori legati alla sicurezza ed al rischio di contagi che possono poi portare alla chiusura degli alberghi, per il timore che in un futuro l’etichetta di albergo-covid resti appiccicata alla struttura e in parte anche per il ristoro economico che la Regione offre per l’occupazione dei posti in hotel. «I prezzi che ci sono stati offerti sono piuttosto bassi - riflette Massimo Milani dell’hotel San Crispino di Trodica - essendo previsti 30 euro per la camera singola più colazione, pranzo e cena altri 25 euro Iva compresa. Ci siamo parlati con altri colleghi ma non ho notato un grande riscontro a questa ipotesi di ospitare pazienti usciti dal Covid o in quarantena. Per l’aspetto umano sarei il primo a farlo ma è assai rischioso per la struttura vista l’elevata contagiosità di questo virus. Se dovesse verificarsi un caso di contagio sarei poi costretto a chiudere la struttura. Certo, se il ristoro fosse più alto magari un imprenditore potrebbe anche valutare di rischiare avendone indietro un po’ di guadagno: in questo caso se va bene rientri delle spese o addirittura ci rimetti. In passato abbiamo ospitato le persone colpite dal sisma, è stata una scelta di solidarietà verso chi aveva perso tutto. Gli introiti non è che ci hanno fatto arricchire ma almeno non c’erano pericoli collegati al virus. Le problematiche sono molteplici, ma la sicurezza resta al primo posto e la paura in questo momento c’è». Nessuna apertura anche da parte delle strutture ricettive della costa come ci dice Simone Iualè dell’associazione Albergatori di Civitanova. «Purtroppo non ci possiamo sostituire agli ospedali - afferma Iualè - è impensabile che un albergo si possa trasformare in un’accoglienza covid. Nulla di discriminatorio, ma i nostri 16 associati non hanno aderito a questa richiesta della Regione. Non è un discorso economico ma di sicurezza in primis e poi anche di immagine dell’albergo: che perde quel poco giro di clienti che ci sono e poi per riguadagnare in futuro un appeal non è affatto facile. Sarebbe il caso invece di riaprire tutti quegli ospedali che sono stati svuotati e che dispongono di piani interi vuoti da dedicare a questi pazienti covid».