Isolina morta dopo il contagio alla casa di riposo, la figlia chiede giustizia: «Se qualcuno ha sbagliato, paghi»

Cingoli, Isolina morta dopo il contagio alla casa di riposo, la figlia chiede giustizia: «Se qualcuno ha sbagliato, paghi»
Cingoli, Isolina morta dopo il contagio alla casa di riposo, la figlia chiede giustizia: «Se qualcuno ha sbagliato, paghi»
di Leonardo Massacesi
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Venerdì 17 Aprile 2020, 10:24 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 21:00
CINGOLI - Giustizia per Isolina Carbonari, l’89 enne cingolana che è stata la seconda vittima del virus tra gli ospiti della Casa di riposo Beata Angelina a Cingoli. È morta il 16 marzo all’ospedale di Camerino e la figlia Mirella ha chiesto subito di fare chiarezza. «Io sono pronta a confermare alla Procura quello che ho detto un mese fa – ribadisce Mirella – se qualcuno ha sbagliato deve pagare. Come è stata contagiata mia madre? Il 29 febbraio si era sentita male, l’ho accompagnata al Carlo Urbani di Jesi. Le hanno fatto una flebo perché era disidratata e alla sera l’abbiamo riportata alla Casa di riposo. L’ho rivista mercoledì 4 marzo. Il giorno dopo dovevo portarle alcuni pigiami ma non mi hanno fatto entrare».
Mirella è tornata a casa ma verso le 18 l’hanno cercata dalla casa di riposo: «Sua madre ha la febbre a 38,5. Servono delle medicine che qui non abbiamo». «Di corsa sono andata in farmacia a comprarle – ricorda Mirella – e le ho portate alla casa di riposo. Venerdì sera mia madre mi ha chiamato dal suo cellulare dicendomi che mi voleva sentire. Il mattino dopo mi chiama un’infermiera per dirmi che mia madre aveva 40 di febbre e che sarebbe arrivato il 118 per trasferirla all’ospedale di Jesi». Al Carlo Urbani Isolina è stata sottoposta al test per il Covid-19. «Ci hanno detto che mia madre era positiva domenica 8 marzo annunciando il trasferimento all’ospedale di Camerino. Allora ci siamo messi in quarantena». Dove abbia preso il virus, non si sa. «Noi non possiamo saperlo – dice Mirella – potrebbe averlo portato all’interno della casa di riposo anche un esterno. Mi auguro che se qualcuno ha sbagliato, paghi. E poi il dolore e la tristezza di non averla potuta accompagnare al cimitero. Nessuno dei suoi cari, neanche un fiore, né la messa, un giorno tristissimo».
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