Dopo dieci morti la casa di riposo è fuori dal tunnel: guariti 28 ospiti su 30

Cingoli, dopo dieci morti la casa di riposo è fuori dal tunnel: guariti 28 ospiti su 30
Cingoli, dopo dieci morti la casa di riposo è fuori dal tunnel: guariti 28 ospiti su 30
di Leonardo massacesi
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Sabato 23 Maggio 2020, 11:16

CINGOLI - La luce in fondo al tunnel è ad un passo: dopo circa due mesi e mezzo dal primo contagiato da Covid-19 alla casa di riposo di Cingoli si può iniziare a fare un primo consuntivo sulla gestione medico-sanitaria della residenza per anziani trasformata in un reparto ospedaliero dal medico di base Luigi Ippoliti, dai medici e gli infermieri della Marina Militare che martedì scorso hanno lasciato Cingoli.

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Alla casa di riposo al momento sono rimasti solo due ospiti in attesa del secondo tampone, entrambi risultati negativi al primo test. Se risulteranno negativi si provvederà momentaneamente al loro trasferimento in ospedale per consentire la sanificazione dell’intera struttura (che si dovrebbe fare in una giornata) per poi riportare tutti e trenta gli anziani guariti all’interno della struttura. Purtroppo ci sono stati dieci decessi, eventi luttuosi che hanno colpito profondamente l’intera comunità.
 
«Il nostro primo pensiero commosso va a chi non ce l’ha fatta e ai loro familiari – ricorda il vice sindaco Filippo Saltamartini – Lutti che hanno scioccato non solo noi ma tutta la popolazione. Alla luce dei risultati dobbiamo solo ammirare questo team di uomini (medici, infermieri e operatori sanitari) che hanno trasformato la casa di riposo in Ospedale per acuti da Covid-19 riuscendo a portare avanti una situazione che sembrava impossibile. Siamo consapevoli che chi è sceso in campo ha dato tutto sia sul piano della professionalità che dell’impegno per fronteggiare una situazione che sarebbe potuta diventare drammatica. Hanno studiato il percorso da fare personalizzando la terapia specifica per il Covid-19 sulla base delle condizioni cliniche dei singoli pazienti». 


Determinante l’arrivo dei medici e degli infermieri della Marina Militare. «Hanno consentito subito di formare due squadre - aggiunge Saltamartini – che si sono poi alternate al lavoro al mattino e al pomeriggio. Ma non dimentichiamoci quello che ha fatto il dottore Ippoliti rimasto in prima linea per più di due mesi. E se sono arrivati i medici e gli infermieri della Marina Militare dobbiamo ringraziare Matteo Salvini che dopo aver ricevuto la nostra richiesta ha immediatamente sollecitato il governo.


Il vicesindaco ripercorre alcune tappe dell’emergenza. «Il 19 marzo sono arrivati due ufficiali medici e tre marescialli infermieri. Dopo un mese i militari si son dati il cambio. La prima squadra è partita e ne è arrivata un’altra che il 20 maggio ha lasciato Cingoli definitivamente. È da sottolineare il fatto che tutti insieme (operatori militari e civili) sono stati in grado di strutturare la residenza con grande perizia, tanto che, a fronte di una mortalità per Covid-19 che nelle Rsa italiane si attesta al 48-50% dei residenti, a Cingoli li hanno portati quasi tutti alla guarigione». 


«Non finiremo mai di ringraziarli poiché si sono trovati di fronte un quadro a dir poco preoccupante: garantire cure adeguate a pazienti critici con pochissimi mezzi e personale a disposizione sembrava molto difficile».

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