Scatta la Fase 3 del piano pandemico, dopo Camerino anche Civitanova prepara i letti Covid

Operatori sanitaria (foto di repertorio)
Operatori sanitaria (foto di repertorio)
di Alessandra Bastarè
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 10:11

MACERATA - Nuovi contagi legati al Covid-19 nel Maceratese (92 ieri, superata quota 6mila da marzo) mentre la provincia è entrata nella Fase 3 del piano pandemico con il reparto Covid aperto lunedì nel primo piano dell’ospedale di Camerino (17 i posti che verranno allestiti in totale) e con la probabile ormai prossima riconversione di otto posti in Medicina d’Urgenza a Civitanova che scatterebbe se il pronto soccorso della città costiera dovesse superare i 18-20 ricoveri.

Al momento sono 16 i pazienti nell’area “grigia” del punto di primo intervento di Civitanova quindi i margini sono stretti e la decisione sembra essere dietro l’angolo. 
Ieri il Servizio Sanità della Regione Marche ha registrato tre decessi in provincia: un 94enne di Macerata e un 81enne di Corridonia ricoverati nel nosocomio del capoluogo e un imprenditore edile di 83enne di Corridonia che si trovava all’ospedale di Pesaro. Tutti presentavano patologie pregresse. In diminuzione le persone in isolamento che sono 4.348 (367 meno rispetto al giorno prima); 312 presentano sintomi e 140 sono operatori sanitari. Stabili i ricoveri al Covid center di Civitanova e nell’ex palazzina di Malattie Infettive di Macerata. Cinque i ricoveri nell’appena riconvertito ospedale di Camerino – anche se già ieri sera erano circa dieci secondo quanto appreso dal sindaco Sandro Sborgia - e c’è un ricovero anche al pronto soccorso di San Severino. La riconversione dell’ospedale della città ducale continua ad infiammare il dibattito politico. «Continuiamo ad apprendere le decisioni tramite la stampa quando avevamo chiesto di essere informati direttamente – ha tuonato il sindaco Sandro Sborgia -. Si è deciso di colpire ancora una volta una struttura che negli anni è stata depotenziata senza prendere in considerazione altre soluzioni seppur previste dal piano pandemico come a esempio Villa dei Pini di Civitanova che avrebbe permesso di lasciare gli ospedali puliti e non avrebbe elevato il rischio di contagio». 


«Dobbiamo augurarci che i ricoveri diminuiscano e che l’inverno sia clemente – ha aggiunto Sborgia -.

Di fatto però succede che gli abitanti della montagna decidono di non andare in ospedale e debbano affrontare lunghi viaggi per raggiungere Macerata». Oggi pomeriggio in programma un incontro con il presidente Acquaroli. «Siamo ancora in tempo per ripensarci e per cambiare direzione» ha concluso Sborgia. Compatti i sindaci dell’entroterra. «Capiamo la situazione di emergenza ma critichiamo le modalità – ha detto il sindaco di Castelsantangelo Mauro Falcucci -. Se i nostri cittadini, per la maggior parte anziani che hanno deciso di rimanere qui dopo il sisma, dovessero avere problemi cardiaci arriviamo in tempo al primo ospedale? Avrebbero un’assistenza immediata garantita? Anche noi abbiamo diritto a vivere». 


«Siamo sensibili all’emergenza ma ci auguriamo che finito tutto non venga degradato l’ospedale di Camerino – ha aggiunto il sindaco di Monte Cavallo Pietro Cecoli -. Se in primavera ci sono stati potenziamenti o donazioni sono arrivati solo dai privati e non dal pubblico. Non possiamo mettere a rischio la salute della popolazione della montagna. Da anni continuiamo a dare e non riceviamo mai; è così da troppo tempo». «Al presidente Acquaroli chiederemo una programmazione per l’ospedale di Camerino e un potenziamento con reparti di eccellenza e personale stabilizzato – ha detto il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci -. Come presidente dell’Ats 18 chiederò la garanzia del pronto soccorso bianco, il potenziamento dei posti letto e una particolare attenzione alle cure domiciliari con servizi di analisi svolti settimanalmente nei centri territoriali». «La pandemia ha preso il sopravvento ed è stato impossibile evitare che Camerino tornasse a essere Covid-hospital – ha aggiunto il consigliere regionale Gianluca Pasqui - . Oggi il nostro impegno reale e concreto deve essere quello di garantire la salute dei cittadini marchigiani. Poi, come da programma, la Regione Marche metterà mano al nuovo piano sanitario. Per le schermaglie politiche ci sarà tempo quando tutto questo sarà finito».

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