CIVITANOVA - «Sono un collaboratore del clan dei Casalesi, sono stati loro a ordinarmi queste azioni». L’albanese arrestato per il tentato furto al negozio di telefonia in piazza San Francesco di Sales si è giustificato così ieri davanti al giudice Andrea Belli e al pm Francesca D’Arienzo. Le azioni a cui ha fatto riferimento sono i due atti vandalici commessi due settimane fa ai danni del bar Infinity in viale Vittorio Emanuele (aveva spaccato la vetrina con un mattone) e della farmacia Angelini in pieno centro (aveva fatto una scritta sul muro e lasciato un biglietto minatorio, poi aveva tagliato la capote di una Mercedes 220D cabrio parcheggiata accanto alla farmacia pensando che fosse dell’ex presidente del consiglio comunale Daniele Maria Angelini, invece era di un amico) e l’ultima, il tentato furto al negozio Wind Tim.
La prossima settimana l’albanese 35enne ha una visita medica da uno psichiatra di Ancona.
Difeso di fiducia dall’avvocato Francesca Sbriccoli, il 35enne ha detto di aver agito per conto del clan dei Casalesi. Il giudice Belli ha disposto la misura dei domiciliari rinviando l’udienza al prossimo 14 settembre.