Il bimbo ha fretta di nascere: l'ambulanza resta ferma e viene al mondo sul letto di casa grazie all'autista soccorritore della Croce Verde

Gianni Di Giacomo, autista della Croce Verde
Gianni Di Giacomo, autista della Croce Verde
di Chiara Marinelli
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Giovedì 8 Aprile 2021, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 16:34

CIVITANOVA  - Parto precipitoso, il bimbo ha fretta e nasce in casa tra le mani di un autista soccorritore della Croce Verde. Nemmeno il tempo di pensare a caricare la mamma in ambulanza. Il piccolino, un maschietto, è nato sul letto di casa, grazie al sangue freddo e alla preparazione di Gianni Di Giacomo, autista della Croce Verde.

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L’episodio è avvenuto l’altra notte, poco dopo le 23.30, quando i familiari della giovane donna, una trentunenne civitanovese che vive nel quartiere di San Gabriele e ha già un figlio, hanno allertato il 118.

Il bimbo sembrava in procinto di nascere, senza voler nemmeno aspettare troppo. E così è stato. 


«Turno di notte – è il racconto emozionante di Di Giacomo -. Ore 1.24 e ancora non riesco a dormire. Adrenalina al massimo. Non è normale, se non fosse che un’ora fa stavo con la testa di un neonato in mano, aiutando una donna a partorire. Sì, il classico parto precipitoso. Arriviamo a casa in codice rosso, faccio qualche domanda alla paziente distesa sul letto, il tempo di capire quante contrazioni ha e quanto tempo passa tra una contrazione e l’altra e lei mi fa: “Mi viene da spingere”. Ed io: “Spingi, tranquilla, siamo qui per assisterti”.

Lei inizia a spingere ed esce una testolina, tutta fuori fino al collo e poi si ferma. Afferro la testolina e aspetto con calma che il piccolo faccia da solo la classica rotazione di 90 gradi e si canalizzi per uscire. Io, con tutta la calma del mondo, le dico: “Adesso, signora, respiri profondamente e quando sente arrivare la contrazione prenda un bel respiro e spinga con forza. La aiuto io”. Lei era serena nel vedermi sicuro di me. E così è stato. Arriva la contrazione, lei fa un bel respiro ed ecco che viene fuori un bel maschietto di cui ancora non si sa il nome. Lei poi inizia a piangere, a ridere e a tremare, tutto insieme. Io con gli occhi lucidi, ho trattenuto a stento le lacrime. Mi coordino con Flavia Domenella e Marco Muzi per portarla in ospedale sotto la supervisione del personale dell’automedica. Una volta arrivati loro, mi hanno lasciato fare perché, hanno detto, “andavi così bene, Gianni”. La formazione è sempre alla base, in questi casi». Mamma e bimbo sono stati portati all’ospedale per un controllo, entrambi stanno bene.

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