Maxi progetto di restyling del porto di Civitanova, bocciato il ricorso della Eurobuilding

Maxi progetto di restyling del porto di Civitanova, bocciato il ricorso della Eurobuilding
Maxi progetto di restyling del porto di Civitanova, bocciato il ricorso della Eurobuilding
di Emanuele Pagnanini
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Martedì 28 Marzo 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 11:45

CIVITANOVA Il Tar ha respinto il ricorso della Eurobuilding riguardante il porto. Considerata legittima la decisione del consiglio comunale di respingere la proposta della società di Umberto Antonelli. Come pure la procedura adottata. La prima sezione del Tar delle Marche (presidente Giuseppe Daniele, estensore Simona De Mattia, consigliere Gianluca Morri) ha giudicato «infondati» sia il ricorso che i motivi aggiunti. Spese, però, compensate tra le parti (Eurobuilding e Comune). 

 
Decisione maturata «per i profili di novità delle questioni e la peculiarità della controversia». La Eurobuilding, come noto, ha presentato al Comune e alla Regione un ambizioso progetto di ampliamento del porto, facendone scalo per grandi imbarcazioni e costruendovi edifici residenziali, alberghieri, commerciali e cantieristici. Una rivoluzione che interessava 200mila metri quadri a terra e 300mila di superficie acquea, per le quali è stata presentata una domanda di concessione demaniale di 90 anni. Durata motivata con la necessità di rientrare, da parte degli investitori, dei costi faraonici del progetto. Proposta datata 21 giugno 2021 ma la notizia era già trapelata informalmente. Il sindaco Ciarapica ammise che se parlava da un paio d’anni. In città si è formato un compatto fronte del no. Il consiglio comunale, con delibera del 3 marzo 2022 (voto segreto), dichiara «irricevibile la proposta della Eurobuilding». Fatto proprio un precedente provvedimento di diniego del dirigente. Atti, insieme ad altri, impugnati dalla ditta ricorrente. Punto centrale del ricorso, la mancata applicazione del Dpr 509 del 1997, vale a dire il regolamento che disciplina il procedimento della concessione dei beni del demanio marittimo. Il Comune, oltre ad aver ritardato i termini del procedimento (risposta di diniego dopo 120 giorni) avrebbe introdotto «un illegittimo passaggio in consiglio comunale» invece di «pubblicare entro 20 giorni la proposta e poi indire una Conferenza dei servizi». 

Con i motivi aggiunti, impugnata la delibera anche perché il Comune ha considerato il progetto «una proposta di project financing quando invece la normativa di riferimento era il Dpr 509/97».

Il Tar ha invece respinto il ricorso in quanto l’amministrazione non era obbligata a ricorrere alla Conferenza dei servizi, in virtù «di un’ampia discrezionalità dell’amministrazione in materia di concessioni di demanio marittimo». Citate una sentenza del Consiglio di Stato e una del Tar Toscana. Amministrazione che ha anche il «dovere di valutare preliminarmente l’interesse pubblico» non riscontrato nel progetto. Ricordato, inoltre, come «i porti civili sono oggetto della potestà legislativa delle Regioni», per cui non è applicabile il Dpr in questione ma il Piano regionale dei porti che per quello di Civitanova prevede solo il prolungamento della darsena e qualche servizio a terra. Restando in tema di battaglie legali, la Asil, proprietaria del terreno della cosiddetta variante Amadori, è ricorsa al Consiglio di Stato per opporsi alla decisione del consiglio comunale che ha bloccato la lottizzazione. Il Tar aveva dato ragione al Comune. Chiesto un maxi risarcimento di 2,2 milioni.

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