Civitanova, da scafista a spacciatore:
doppio arresto in 10 mesi ma è già libero

Civitanova, da scafista a spacciatore: doppio arresto in 10 mesi ma è già libero
di Benedetta Lombo
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Sabato 1 Settembre 2018, 11:16

CIVITANOVA - Ex scafista patteggia un anno e sei mesi e torna in libertà. «Non voglio stare più in Italia, voglio tornarmene a casa mia», ha sbottato il giovane tunisino arrestato per spaccio uscendo dall’aula del Tribunale. In dieci mesi è stato arrestato due volte e dei dieci mesi, otto li ha trascorsi in carcere ad Agrigento. Ieri, dopo il patteggiamento di una pena inferiore ai due anni, ha potuto usufruire della sospensione condizionale della pena e uscire libero. Non ha precedenti pene diventate definitive.
Il giovane, Karim Chaabane, 24 anni, era stato arrestato mercoledì scorso dai militari della Guardia di finanza che in casa gli avevano trovato 37,40 grammi di cocaina. Posto ai domiciliari, ieri è stato portato in tribunale a Macerata per essere processato per direttissima. In aula, alla domanda rituale del giudice Enrico Pannaggi, se fosse sottoposto ad altri procedimenti penali o se avesse carichi pendenti, il tunisino ha riferito di essere arrivato in Italia ad ottobre e di aver trascorso otto mesi in carcere ad Agrigento con l’accusa di essere uno scafista.
  
Poi dalla Sicilia aveva raggiunto le Marche dove vivono suoi familiari e si era stabilito a Civitanova. Temporaneamente alloggiava in un appartamento in viale Cristoforo Colombo, a nord di Fontespina, preso in affitto da un connazionale di 55 anni, ed è in quell’abitazione che la mattina di mercoledì scorso si sono presentati gli uomini delle Fiamme gialle. I militari stavano seguendo una pista che portava proprio in quell’appartamento. Il sospetto degli inquirenti era che in quella casa girasse della droga e, quando hanno ritenuto di non poter più aspettare altri esiti, sono entrati in azione. Erano le 10 quando hanno bussato alla porta. All’interno dell’appartamento, oltre all’affittuario, c’erano due giovani tunisini che stavano dormendo. Sono stati svegliati entrambi e a tutti e tre è stato chiesto se in casa avessero della sostanza stupefacente. Tutti hanno negato e a quel punto sono iniziati i controlli. In casa è stato fatto entrare anche un cane antidroga che ha subito fiutato la presenza di stupefacente. Nel comodino della camera da letto di Chaabane i finanzieri hanno trovato 37,40 grammi di cocaina, 0,8 grammi di hashish, un bilancino di precisione per pesare le singole dosi e un coltello ancora sporco di stupefacente. Il ventiquattrenne è quindi stato dichiarato in arresto. Avvisato dell’esito dell’operazione, il pubblico ministero di turno Margherita Brunelli ha disposto che il giovane venisse posto ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida e del procedimento per direttissima. Ieri, dunque, Chaabane è stato fatto salire su un’auto della Finanza e portato al palazzo di giustizia di Macerata. Ad attenderlo c’erano il suo legale di fiducia, l’avvocato Domenico Biasco, il pubblico ministero Francesca D’Arienzo e il giudice Enrico Pannaggi.
 
Al giudice il tunisino ha detto di aver trascorso otto mesi in carcere ad Agrigento perché ritenuto essere uno scafista, poi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Quando avrebbe potuto dire dove si era procurato la droga, chi gliel’aveva ceduta e a chi era destinata, il ventiquattrenne ha preferito fare scena muta.

Poi, tramite l’avvocato Biasco ha patteggiato con il pubblico ministero D’Arienzo la pena di un anno e sei mesi di reclusione, pena sospesa, ed è tornato in libertà. Mentre usciva dall’aula ha sbottato dicendo che voleva tornare nel suo Paese e che non voleva più restare in Italia. Qualora ci ripensasse, la prefettura, comunque, può valutare l’emissione di un eventuale decreto di espulsione amministrativa. Resta dunque da seguire l’evolversi della vicenda.

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