CIVITANOVA - Sì del consiglio comunale, con un voto anche dall’opposizione (quello di Piero Gismondi, La Nuova Città) alla variante per rendere abitativo storico palazzo Ciccolini di Civitanova Alta. Era l’unico punto proposto dall’amministrazione in un odg in cui figuravano solo interrogazioni e mozioni.
Tra queste, la più discussa è stata quella relativa alla delibera comunale con cui si interpreta il calcolo della distanza di 500 metri da luoghi sensibili (bancomat, scuole, etc) ad una sala slot (o un luogo dove ci sono congegni per praticare il gioco d’azzardo). È la numero 323 del 2018 ed è stata resa carta straccia da ben quattro sentenze, due del Tar e due del Consiglio di Stato rispetto ad altrettanti ricorsi presentati da due differenti ditte per la medesima locazione della sala slot in via Pellico.
Ciarapica, però, difende la ratio di quell’atto perché, nonostante le sentenze, ritiene «non chiara la norma regionale sul calcolo delle distanze» e parla «di un dibattito in atto anche con la Regione che potrebbe cambiare la casistica». Fuoco di fila dai banchi dell’opposizione. «Neanche di fronte a sentenze ci si arrende – ha detto Lidia Iezzi (Pd) – e si cavilla su raggio, circonferenza e Pi greco».
Di «figura meschina di fronte al massimo organo giudicante su casi amministrativi» parla Silvia Squadroni. Anche per Letizia Murri «il giudicato si è formato anche per il Comune». Per Micucci «il sindaco fa balenare l’idea che una Regione amica possa cambiare una legge che fu votata all’unanimità con il sì di Luca Marconi ed Elena Leonardi». La maggioranza rimane sulla linea del sindaco e vota no al ritiro, ma con l’astensione dei tre esponenti di FdI. Il capogruppo Pantella ha detto che «sentenze e leggi si rispettano e basta», aggiungendo, però, che «pensare di combattere la ludopatia con distanze e regolamenti è utopia, visto che si può giocare da casa e che a vincere con l’azzardo è in primis lo Stato».