Civitanova nell'incubo dopo i due omicidi. Chalet e negozianti: «Avevamo segnalato l'emergenza, la gente ha paura»

Civitanova dopo i due omicidi. Gestori degli chalet e negozianti: «Avevamo segnalato l'emergenza, la gente ha paura»
Civitanova dopo i due omicidi. Gestori degli chalet e negozianti: «Avevamo segnalato l'emergenza, la gente ha paura»
di Chiara Marinelli
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Mercoledì 10 Agosto 2022, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 16:39

CIVITANOVA - Due omicidi in pochi giorni. La violenza choc che sta caratterizzando l’estate civitanovese è un duro colpo anche per l’immagine della città. «La gente è spaventata, chi sceglierà Civitanova per le vacanze il prossimo anno? Sempre meno gente in giro, troppi rischi». È questo il pensiero di molti commercianti e proprietari di bar, locali e stabilimenti balneari.  
 
Dopo l’agguato della scorsa notte, che segue di appena dieci giorni l’omicidio di Alika, ammazzato lungo corso Umberto I, i titolari delle attività commerciali civitanovesi sono preoccupati. Non è solo per un fatto di sicurezza, ma anche di ripercussioni negative sugli affari che questi episodi di violenza stanno provocando. «Già da tempo avevamo segnalato di un certo pericolo, tra baby gang e criminalità – dichiara Mara Petrelli, presidente provinciale dell’Abat e proprietaria dello chalet Lido Cristallo, sul lungomare Sud –. Il turista viene a Civitanova perché gli piace la nostra città. Ma cosa pensa, aprendo il giornale e leggendo quotidianamente di risse, omicidi e accoltellamenti? A livello turistico e di immagine è un disastro. Per non parlare, ovviamente, del discorso della sicurezza». 

Le voci (sconsolate)
 

«Gli anziani hanno paura, lo sento che ogni tanto lo dicono - prosegue Petrelli -.

Gente poco raccomandabile gira indisturbata, con nonchalance». Le fa eco Gabriele Micarelli. «Il fatto è grave, ma c’era da aspettarselo – afferma titolare dello stabilimento balneare Cazza La Randa (ex Gigetta), non lontano da dove è avvenuto l’omicidio della scorsa notte -. Qui c’è un problema di gestione, la colpa è un po’ di tutti. Anche noi operatori dovremmo essere più professionali nella gestione della movida, Civitanova ormai vive di questo, è il punto di riferimento della regione. Se andiamo avanti di questo passo perderemo tutta la clientela che non ha voglia di uscire alle 2 e vedere tutto questo. Alla lunga, un turista con la famiglia non viene a Civitanova. Spero non si arrivi a questo punto». 

Le ripercussioni



«Questa situazione sta portando delle ripercussioni, non è l’agosto degli altri anni – ha detto Daniele Ercoli dello stabilimento balneare Caracoles –. Sono problematiche che tutti conoscevano e segnalavano da tempo. L’amministrazione comunale si è subito mossa, ma servono più pattuglie delle forze dell’ordine». Stesso pensiero anche tra i commercianti del centro, alle prese dopo l’omicidio di Alika Ogorchuwku con un corso Umberto I deserto. «Io cerco di essere propositiva ma tutti sono molto preoccupati – ha detto Debora Pennesi, presidente dell’associazione Centriamo –. Mi auguro che la gente da fuori non pensi veramente che Civitanova sia una città invivibile». Pennesi racconta poi un episodio. «Quando è venuta fuori la notizia dell’omicidio sul lungomare ero in un locale ed ho visto la gente spaventata che si è alzata per andare via di fretta - fa sapere la presidente di Centriamo, che raggruppa gli operatori commerciali del cuore della città -. Ma bisogna cercare di andare avanti, anche se tutto questo fa veramente molto male».  Già all’indomani dell’omicidio di Alika, avvenuto lo scorso 29 luglio, i commercianti avevano notato un drastico calo di movimento e di passeggio per le vie del corso della città, teatro dell’omicidio. La situazione ora è ulteriormente peggiorata. 

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