CIVITANOVA - La portano a casa, poi con la minaccia di un coltello, abusano di lei. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo due tunisini di 21 e 26 anni, all’epoca dei fatti dimoranti a Civitanova e attualmente irreperibili.
Ieri si sarebbe dovuta celebrare l’udienza preliminare a loro carico davanti al gup Domenico Potetti e al pubblico ministero Enrico Barbieri, ma a causa della irreperibilità degli imputati è stata disposta la sospensione del procedimento e l’udienza è stata rinviata al primo marzo del 2023.
I fatti contestati invece sarebbero avvenuti il 20 ottobre del 2019. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini preliminari quel giorno i due tunisini di 21 e 26 anni, sarebbero andati nella loro abitazione insieme ad una ragazza dominicana che all’epoca risiedeva in un comune fuori provincia. Una volta in casa però i due si sarebbero chiusi a chiave in una stanza con la giovane e lì l’avrebbero costretta a subire atti sessuali. Con la minaccia che le avrebbero fatto del male e impugnando un coltello l’avrebbero costretta a subire toccamenti e palpeggiamenti poi il 26enne l’avrebbe immobilizzata sul letto e costretta ad avere più rapporti sessuali completi.
Una volta fuori da quella casa la giovane aveva denunciato l’accaduto e la vicenda finì all’attenzione del pubblico ministero Stefania Ciccioli. Il sostituto procuratore dispose ulteriori indagini per ricostruire con esattezza l’accaduto e individuare gli autori delle violenze. Le indagini portarono all’individuazione dei due tunisini quali presunti autori degli abusi e alla contestazione del reato di violenza sessuale di gruppo. Difesi d’ufficio dall’avvocato Simone Santoro, ieri dunque l’udienza preliminare è stata rinviata per consentire nuove ricerche dei due imputati. La prossima udienza è stata fissata a marzo del prossimo anno.
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