«Ha perseguitato un assessore». Ex consigliere comunale va a processo per stalking

L'ex consigliere Livio De Vivo
L'ex consigliere Livio De Vivo
di Benedetta Lombo
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Giovedì 3 Febbraio 2022, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 08:45

CIVITANOVA - Dirette Facebook, accuse e passaggi sotto lo studio dell’assessore Belletti. A giudizio l’ex consigliere comunale Livio De Vivo. È accusato di stalking e diffamazione. È l’esito dell’udienza preliminare celebrata ieri mattina in Tribunale a Macerata dinanzi al giudice Claudio Bonifazi e al pubblico ministero Vincenzo Carusi. Numerosi sono gli episodi che il pubblico ministero titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Enrico Barbieri, ha contestato all’ex consigliere civitanovese 40enne al termine delle indagini preliminari. 

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Si tratta di episodi avvenuti tra maggio e settembre del 2020 a danno dell’assessore al Bilancio Roberta Belletti.

Secondo la ricostruzione accusatoria a maggio di due anni fa De Vivo, durante una diretta sul social network Facebook, aveva fatto commenti di natura sessuale nei confronti dell’assessore e circa una settimana dopo era stato visto aggirarsi nei pressi dello studio commercialista dove la donna esercita la sua professione.

Dopo una settimana c’era stata un’altra diretta Facebook in cui De Vivo aveva accusato l’assessore, in relazione al suo incarico politico, di essere «una matta – aveva detto –, di rischiare la carcerazione e controlli da parte della Guardia di finanza». Il 3 agosto l’ex consigliere avrebbe rincarato la dose in un’altra diretta Facebook, registrata mentre era in un ristorante dove avrebbe fatto riferimento ad una presunta lettera anonima accusando falsamente e ripetutamente l’assessore di essere l’amante del vicesindaco e accompagnando le parole con gesti della mano a connotazione sessuale. Ma non era finita lì.

De Vivo aveva continuato nelle sue esternazioni, prima aveva invitato il marito dell’assessore a controllarla poi aveva virato verso platee più ampie con una pesante accusa nei confronti dei membri della giunta comunale. Un mese di silenzio e in un pomeriggio di settembre sarebbero piovute nuove accuse ancora su Facebook e ancora verso l’assessore questa volta per questioni legate all’incarico da lei rivestito. Tutte queste condotte gli sono costate l’accusa di atti persecutori, un reato aggravato dall’uso di strumenti informatici. 


In merito all’accusa di diffamazione, invece, sempre tramite dirette Facebook De Vivo avrebbe pronunciato espressioni offensive a sfondo sessuale nei confronti di Belletti accompagnate da gesti a connotazione sessuale e avrebbe scritto post che alludevano ad una relazione extraconiugale con il vicesindaco, «scusami - aveva scritto rivolgendosi a un utente Facebook - ma devo fare i … ai medici che fanno politica». Tutti questi episodi avevano ingenerato nell’assessore uno stato di ansia e paura, portandola a temere di potersi trovare l’ex consigliere De Vivo nelle vicinanze ogni qualvolta usciva da casa o dal posto di lavoro. Ieri dunque l’udienza preliminare, l’assessore al Bilancio si è costituita parte civile con l’avvocato Pietro Antonio Siciliano chiedendo un risarcimento di 25.000 euro. De Vivo è stato rinviato a giudizio. «Il mio assistito ha rinunciato volutamente a eventuali riti alternativi, riteniamo si possa difendere in giudizio dalle accuse che gli vengono mosse», ha dichiarato a margine dell’udienza l’avvocato Michela Foglia. 

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