Civitanova, acido al volto della fidanzata
poi le coltellate. «Volevo ammazzarla»

Il macedone arrestato
Il macedone arrestato
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Domenica 18 Novembre 2018, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 10:23

CIVITANOVA - L’aggressore urlava «mi ha rovinato, la dovevo ammazzare». Violenza choc nel tardo pomeriggio di ieri, in pieno centro. Un uomo di 32 anni ha prima gettato dell’acido addosso ad una donna, una romena, con la quale era legato da una lunga relazione. Poi le è corso dietro fin dentro il bagno di un ristorante, dove lei si era rifugiata piangendo, e l’ha colpita con due coltellate: una al collo e l’altra all’addome, particolarmente profonda. 
Sono stati momenti di terrore quelli vissuti ieri pomeriggio. Doveva essere un sabato pomeriggio come tanti, con il centro affollato di gente a passeggio. Ma in corso Vittorio Emanuele si è sfiorata la tragedia, sotto gli occhi terrorizzati di centinaia di persone. Una trentenne romena, Alina Emilia Pavela, si trovava all’inizio del sottopasso che collega corso Vittorio Emanuele a via Indipendenza, a due passi da piazza XX Settembre. Ad un certo punto è stata avvicinata da un uomo, un macedone di 32 anni (ieri sera erano state rivelate solo le iniziali, R.S.). I due erano legati da una relazione sentimentale. Con sé l’uomo aveva una bottiglia di acido muriatico. Ha lanciato parte del contenuto addosso alla romena, che lavora in un locale notturno. Quasi tutto le è finito sul giubbetto, soltanto una minima parte le ha raggiunto il volto, finendo in una quantità che sembra minima sull’occhio. La ragazza, terrorizzata, è corsa via e ha raggiunto il primo locale che si è trovata davanti: il ristorante “Tonno e Salmone”, al civico 130. 

 
La giovane romena è entrata di corsa, piangeva e ha chiesto se poteva usare il bagno. Mentre lei era ancora nella toilette, il macedone è arrivato e l’ha raggiunta. Qui l’ha colpita con due coltellate, una al collo e l’altra all’addome. Impugnava un coltello lungo dieci centimetri circa. Nel ristorante di corso Vittorio Emanuele, in quel momento, c’erano alcuni camerieri, il cuoco e il gestore Riccardo Scoponi. È stato proprio quest’ultimo a salvare la vita alla giovane donna, anche se non se l’è sentita di raccontare nulla: «Non dico niente» ha commentato poco dopo l’episodio (sul giubbetto erano visibili i segni della colluttazione), attorniato dai camerieri che avevano fatto da scudo alla donna. Scoponi è intervenuto immediatamente. Nel frattempo in diversi hanno chiamato la polizia. Il macedone, intanto, era già uscito da solo dal locale. Si è messo in piedi, di fronte alla vetrina. A chi c’era ha detto di stare aspettando i poliziotti. Subito sul posto sono arrivati gli agenti della Volante, che hanno bloccato il trentaduenne e hanno sequestrato il coltello. Quando è entrato nell’auto del commissariato in molti lo hanno insultato pesantemente. Se fosse rimasto lì, avrebbe rischiato il linciaggio. 
Subito è stata soccorsa la giovane donna. Sul posto l’automedica del 118 e una ambulanza della Croce Verde. Quando il personale medico e sanitario è arrivato, la giovane era nel locale. Era confusa ma ha risposto alle sollecitazioni dei soccorritori. È stata caricata e trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova Alta, dove già la attendeva il chirurgo. È entrata subito in sala operatoria: il colpo all’addome, che era molto profondo, le è penetrato nel fegato. È stata operata d’urgenza. Alle 21.50 circa era già uscita dalla sala operatoria. L’operazione, eseguita dall’equipe del dottor De Luca, è riuscita alla perfezione. È in prognosi riservata, ricoverata nel reparto di Rianimazione, ma non sarebbe in pericolo di vita. Da valutare le condizioni dell’occhio, colpito di striscio dall’acido: ma la vista non sembra essere compromessa. 
Il macedone è stato portato negli uffici del commissariato e ascoltato dalla polizia.

In tanti lo hanno sentito mentre urlava: «mi ha rovinato, la dovevo ammazzare». Sul posto sono intervenuti il questore, Antonio Pignataro, il dirigente del commissariato Lorenzo Sabatucci e il capo della Squadra mobile Maria Raffaella Abbate. Il macedone, irregolare, senza fissa dimora e con precedenti penali, è stato arrestato per tentato omicidio aggravato. Alla polizia ha confessato tutto, «mi tradiva» avrebbe detto il macedone in commissariato. Motivi passionali, dunque, lo hanno spinto ad aggredire prima con l’acido e poi con un coltello la donna con la quale era legato sentimentalmente. L’uomo aveva lavorato come contadino. «Erano stati predisposti dei servizi di controllo e la Volante, che era in zona, è arrivata dopo un attimo – ha commentato il questore Pignataro – L’iter della sicurezza ha funzionato bene».

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