CIVITANOVA - In circa 20 ore ha percorso qualcosa come 68 miglia. Con la sola forza delle sua braccia, pagaiando su un kayak. L’impresa compiuta dal civitanovese Alessandro Gattafoni entra di diritto tra quelle sportive, non è solo un bel modo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla fibrosi cistica, che rimane il principale obiettivo. Intorno alle 14.40 di ieri ha “doppiato” il faro di Veli Rat sull’isola croata di Dugi Otok, nell’arcipelago delle Incoronate.
Era partito dal porto di Civitanova alle 18.27, scortato dall’imbarcazione “Desire” di Daniele Scarpa (il campione olimpico che ha insegnato a Gattafoni ad andare in canoa). Ad indicargli la rotta, un’altra barca, “Vittoria” di Giorgio Paolucci. A bordo delle due imbarcazioni di appoggio, una crew scatenata composta, tra gli altri, dall’organizzatore Marco Belletti, dal medico di bordo, Michele Gironella, dal fotografo Mario Barboni, dal papà di Alessandro, Marone. Una volta compiuta la traversata dell’Adriatico, il “Gatto” (questo il suo soprannome) è salito su un tender e poi si è imbarcato sulla Desire per tornare più comodamente a Civitanova. Qui c’è stato un brindisi con tutto l’equipaggio.
Prima di ripartire, però, un fuori programma del tutto imprevisto: l’inflessibile Guardia costiera croata ha multato Gattafoni e le barche che si sono fermate (per pochi attimi) davanti al faro di Veli Rat, punto di transito tra le isole Incoronate. «Una piccola disavventura – ha spiegato Gattafoni al Corriere con un videomessaggio – che non ci toglie il buonumore. È stata un’esperienza bellissima, durissima ma molto emozionante».