CIVITANOVA - Carlo Cesari e sua moglie hanno perso la loro giovane figlia Cristina tre anni fa, dopo un tragico incidente sugli sci a Madonna di Campiglio. E ora non solo sono costretti a vivere con una ferita difficile da rimarginare, ma anche con i furti che più volte sono stati registrati sulla tomba della 25enne nel cimitero di Civitanova Alta. È il padre della giovane a raccontare, con rabbia e sdegno, quanto accaduto.
Da giorni non rispondeva al telefono: trovato morto in casa il papà di Pamela, aveva 44 anni
La denuncia
«C’è una vergognosa e abituale pratica di rubare anche al cimitero - dice Cesari -.
Mia moglie si prende sempre cura della tomba di Cristina, portando fiori e a volte anche oggetti. Piccoli ricordi che spesso lasciano anche i suoi amici. Capita spesso però che, sia i fiori sia gli oggetti, spariscano. L’ultimo è il soldatino colorato che avevamo lasciato sulla tomba. Un oggetto che rappresenta un ricordo affettivo nostro, interno alla famiglia. Anche questo, evidentemente, è servito a qualcuno che ne aveva più bisogno di noi: se possibile vorrei ringraziarlo per l’infame gesto». Tanta la delusione del papà di Cristina. «Sono gesti che feriscono: dispiace perché non riusciamo a capire come si faccia ad avere il coraggio di comportarsi così. È il termometro di un cambiamento all’interno della società che sembra sempre più persa e disperata tanto da non avere più nulla su cui credere, nemmeno a loro stessi. Così non va».
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