Civitanova, dipendente dell’ospedale licenziata. Ora il giudice del lavoro la reintegra dopo 3 anni

Dipendente dell ospedale licenziata. Ora il giudice del lavoro la reintegra
Dipendente dell’ospedale licenziata. Ora il giudice del lavoro la reintegra
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 25 Gennaio 2023, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 16:59

CIVITANOVA Licenziata dall’Asur dopo la segnalazione di alcuni utenti, a distanza di poco più di tre anni, il giudice del lavoro dispone il reintegro della dipendente. Lo ha stabilito il giudice Luigi Reale che ha accolto l’opposizione presentata dalla 58enne Laura Cognigni, all’epoca assistente amministrativa addetta alla segreteria del reparto di Radiologia dell’ospedale di Civitanova, attraverso il legale Maria Grazia Barbabella. 
 

«I documenti prodotti dall’Asur e posti alla base del procedimento disciplinare che ha portato alla sanzione espulsiva – ha commentato l’avvocato – sono risultati lacunosi e non idonei a provare la contestata appropriazione di somme di denaro».

L’Asur potrà impugnare il provvedimento entro 30 giorni. La vicenda risale al 2019 quando all’ospedale di Civitanova alcuni utenti segnalarono di aver pagato direttamente ad un’impiegata l’importo relativo al rilascio della copia di referti su Cd. L’azienda effettuò un’indagine interna che culminò da un lato nella segnalazione all’autorità giudiziaria delle presunte irregolarità e dall’altro in una lettera di licenziamento a far data dal 3 ottobre del 2019. Per quanto riguarda la prima, la segnalazione in Procura, questa è sfociata in un processo penale attualmente in corso (in primo grado) a carico di Cognigni a cui viene contestato il reato di truffa ai danni dell’Asur. Per quanto riguarda invece il procedimento disciplinare la civitanovese subito dopo aver ricevuto la lettera dall’Asur impugnò il licenziamento. La vicenda finì all’attenzione del giudice del lavoro di Macerata che il 13 gennaio scorso ha emesso la sentenza accogliendo il ricorso della ex dipendente e dichiarando nullo il licenziamento. Il giudice ha poi condannato l’Asur Marche Area vasta 3 a reintegrare Cognigni nel posto di lavoro, a pagarle 12 mensilità (che è il massimo stabilito per legge), a versarle contributi previdenziali e assistenziali e a pagare le spese di giudizio. Nell’atto il giudice scrive che «i documenti prodotti non sono idonei a provare la contestata appropriazione di somme» e che «data la carenza di precisione dell’esame come condotto non è possibile ritenere raggiunta la prova - dai dati registrati in via informatica - che alcuni pazienti abbiano ritirato la copia degli accertamenti senza operare il relativo pagamento».

L'unico caso
 

Per l’unico episodio ammesso dall’ex dipendente e che riguarda il caso di un utente che per evitare la fila alle casse le aveva consegnato 5,70 euro in contanti per farsi spedire a casa il Cd con il referto, risulta che Cognigni aveva registrato la spedizione pur non avendo poi segnalato il pagamento all’ufficio cassa, condotta per la quale è prevista la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio per un periodo limitato di tempo senza retribuzione ma non il licenziamento.

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