Lingua italiana, attestato bluff a Civitanova. A processo prof e corsista cinese tradita dal non sapere compilare il modulo Covid

Lingua italiana, certificato bluff. A processo prof e corsista cinese
Lingua italiana, certificato bluff. A processo prof e corsista cinese
di Benedetta Lombo
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Giovedì 19 Gennaio 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 21:18

CIVITANOVA Con due lavori e un certificato che attestava la conoscenza della lingua italiana non era riuscita a compilare un modulo per le norme anti Covid -19. Era scattata così l’indagine dei carabinieri del Nil che si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Macerata per una dirigente scolastica, una docente e una corsista cinese residente a Civitanova. Le accuse contestate a vario titolo sono di falso ideologico in atto pubblico e l’aver rilasciato (per docente e dirigente, mentre per la cinese l’aver utilizzato) l’attestato necessario per ottenere il rilascio del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo. 

Ieri mattina nell’udienza preliminare a carico della dirigente Sabrina Fondato, della docente Tiziana Frenquelli e della corsista Wang Songlian dinanzi al gup Domenico Potetti e al Pm Enrico Riccioni. Frenquelli e Songlian sono state rinviate a giudizio e il processo a loro carico si aprirà il prossimo 15 giugno, mentre la posizione di Fondato è stata stralciata e rinviata al prossimo 6 settembre. Nessuna delle imputate, difese dagli avvocati Tiziano Luzi, Andrea Caristi e Francesco Acquaroli, ha richiesto riti alternativi.

Presunti illeciti

I presunti illeciti vennero fuori nel corso di un accertamento che i carabinieri del Nil (Nucleo ispettorato del lavoro) fecero sulla posizione lavorativa della cinese. Tra gli accertamenti svolti ci fu anche quello relativo al possesso della documentazione che attesta la permanenza sul territorio italiano da cui emerse che la donna, per l’ottenimento del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo, aveva esibito all’ufficio Immigrazione della questura di Macerata un attestato di frequenza ad un corso di alfabetizzazione della lingua italiana livello “A/2” rilasciato da un istituto scolastico della provincia di Macerata, punto di riferimento per numerosi immigrati presenti in provincia.

I carabinieri avevano quindi convocato la cinese negli uffici del Nucleo ispettorato del lavoro, per avere da lei stessa informazioni e spiegazioni sulla propria posizione lavorativa, ma all’atto della compilazione della modulistica prevista per le norme anti Covid-19 i militari si accorsero che la donna non era in grado di leggere e compilare il modulo, neppure nella parte in cui veniva chiesto di indicare le proprie generalità.

La segnalazione in Procura
 

Il fatto fu segnalato in Procura, il pm Riccioni delegò ulteriori indagini anche presso l’istituto scolastico che aveva rilasciato l’attestato dalle quali sarebbe emerso che il corso era iniziato il 27 marzo ed era finito il 31 maggio del 2017 e che almeno in 4 lezioni la cinese non aveva partecipato alle lezioni perché in Cina. Per la dirigente (responsabile del corso) e per l’insegnate l’accusa è di aver attestato falsamente sia la frequenza sia il superamento del corso da parte della giovane extracomunitaria. Tutte le imputate rigettano gli addebiti.

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