Boom di accessi al pronto soccorso. Il primario Curto: «Siamo stremati»

Il pronto soccorso di Civitanova
Il pronto soccorso di Civitanova
di Emanuele Pagnanini
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Domenica 23 Gennaio 2022, 07:50 - Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 08:44

CIVITANOVA - Ingressi record al Pronto Soccorso di Civitanova, il reparto ha rischiato di andare in tilt. Esauriti non solo i posti letto ma anche tutte le barelle disponibili. A fine giornata sono 47 i pazienti rimasti sotto osservazione. Ma i tempi per le visite si sono dilatati (nessun codice rosso tra gli ingressi, va sottolineato) e il malumore in sala d’attesa è cresciuto a dismisura.

Una situazione in cui il covid non c’entra, trattandosi degli ingressi ordinari per altre patologie.

Ma la pandemia ha comunque aggravato una situazione vicina al collasso. Infatti, come riferisce la dirigente medica Rita Curto, «ci sono tre medici indisponibili perché positivi al covid, insieme ad alcune infermiere». 


«I turni sono diventati massacranti – continua il primario – e la situazione insostenibile. Il mio non è neanche un appello ma solo la fotografia di quel che stiamo passando. Siamo sotto organico per quanto riguarda i medici, e questo è noto, ma oggi non avevamo neanche più spazio per dare una risposta a tutti. Nel fine settimana a Civitanova c’è sempre un aumento di ingressi al Ps, mai come oggi». Come detto, nessuna emergenza da codice rosso.

Ma comunque situazioni da valutare e visitare: traumi domestici e altri causati dal ghiaccio di ieri mattina. «Ma soprattutto sono arrivate persone che hanno patologie – continua Curto – con la stagione ed il freddo, queste si aggravano. E vanno valutate e poi tenute sotto osservazione. Non possiamo mandare a casa questo tipo di persone, anche se comunque sono stati molti quelli subito dimessi perché non avevano alcuna urgenza. L’appello è sempre valido, non intasate i Pronto Soccorso per qualcosa che può aspettare la visita del vostro medico il lunedì. Purtroppo in queste condizioni le attese sono lunghe, ne siamo consapevoli. Si aggiungano poi le visite nell’area covid (per fortuna sono rimasti in pochi), per le quali dobbiamo spogliarci, indossare le tute e poi sanificarci all’uscita. Per questo non accettiamo gli insulti ricevuti. Una triagista ad un certo punto ha chiamato i Carabinieri perché solo alla vista di una divisa qualcuno torna alla ragione. Ma siamo veramente allo stremo, impossibile andare avanti così».

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