Civitanova, Alika ucciso in corso Umberto I, perizia psichiatrica bis su Ferlazzo

Nigeriano ucciso in corso Umberto I, perizia psichiatrica bis su Ferlazzo
Nigeriano ucciso in corso Umberto I, perizia psichiatrica bis su Ferlazzo
di Benedetta Lombo
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Giovedì 25 Maggio 2023, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 12:31

CIVITANOVA - Quali erano le condizioni mentali del 33enne Filippo Ferlazzo il 29 luglio 2022 quando uccise a mani nude il nigeriano Alika Ogorchukwu in corso Umberto I a Civitanova? Per stabilirlo servirà una perizia bis e il prossimo 7 giugno la Corte d’Assise di Macerata conferirà l’incarico allo psichiatra Renato Ariatti, docente all’Università di Bologna. 
 

È stato il presidente della Corte, il giudice Roberto Evangelisti, ha esprimere ieri la necessità di procedere a una nuova perizia a seguito di quanto emerso in dibattimento, della nuova documentazione acquisita e delle risultanze, discordanti tra loro, dei consulenti di parte.

Dalla documentazione medica acquisita dopo l’omicidio risulta che il 33enne era affetto da disturbo bipolare e borderline della personalità con dispercezione e interpretazione psicotica della realtà. In fase d’indagine il perito nominato dal Gip, Gianni Giuli, concluse che al momento del fatto, la psicopatologia di cui soffriva Ferlazzo non avrebbe inciso sulla sua capacità d’intendere e di volere. Una conclusione condivisa anche dal consulente della Procura Giovanni Battista Camerini e dal consulente dei familiari di Alika, Marco Giansanti, ma non dalla consulente della difesa Monia Vagni per la quale invece il disturbo bipolare di cui soffriva Ferlazzo avrebbe determinato una incapacità a controllarsi a seguito di un’interpretazione della realtà di tipo paranoico. Ieri in aula lo psichiatra di Salerno Andrea Dell’Acqua, che aveva seguito Ferlazzo in passato, ha ribadito le patologie di cui soffriva il 33enne aggiungendo che a volte mentre era in terapia assumeva anche stupefacenti. Ma ieri accusa e difesa si sono dati battaglia anche sulle risultanze dell’autopsia.

Lo scontro

Oggetto dello scontro una parola utilizzata dal medico legale Ilaria De Vitis nelle conclusioni dell’autopsia, “concomitante” quando ha indicato come causa una «asfissia violenta da strozzamento e concomitante choc ipovolemico da rottura della milza». In aula ieri la dottoressa ha precisato che il decesso è avvenuto per asfissia acuta e contemporaneamente si è avuto uno choc ipovolemico, escludendo che la rottura della milza possa aver provocato la morte del nigeriano. Per la difesa, forte anche dell’apporto del medico legale Alessia Romanelli, nell’autopsia ci sarebbero delle carenze. «Oggi – ha commentato l’avvocato Roberta Bizzarri – la dottoressa De Vitis ha concluso in maniera differente rispetto a quanto evidenziato nella perizia dove aveva parlato di asfissia e choc ipovolemico come concause. Oltretutto è emerso che non sono stati effettuati rilievi fondamentali per comprendere oltre ogni ragionevole dubbio le cause del decesso. Manca l’istologico sulla milza che è stata solo pesata ed è stato annotato che era divisa a metà, non è stato rilevato il sangue presente nell’addome, parla di petecchie riferendosi alle ecchimosi e mancano rilievi sulla rigidità cadaverica e sulla temperatura corporea». Ieri era previsto anche l’esame di Ferlazzo ma il suo legale ha comunicato che non intende sottoporsi all’esame.

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