Abusi su una ragazzina di 11 anni, finisce in manette un amico di famiglia

L'operazione è stata condotta dalla polizia
L'operazione è stata condotta dalla polizia
di Benedetta Lombo
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Martedì 15 Marzo 2022, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 15:16

CIVITANOVA - Violenza sessuale su una bambina di 11 anni, arrestato un 38enne senegalese. L’uomo è stato raggiunto dai poliziotti della Squadra Mobile di Macerata, guidati dal commissario capo Matteo Luconi, nella serata di giovedì scorso.

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Domiciliato in provincia e in regola sul territorio nazionale, il 38enne era destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura dopo che è diventata definitiva la condanna a sette anni di reclusione per violenza sessuale aggravata. Il 38enne è stato rintracciato nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Civitanova e dopo le formalità di rito è stato trasferito alla casa circondariale di Pesaro. 

Il 18 febbraio scorso, infatti, è diventata definitiva la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Ancona il 25 febbraio dello scorso anno che confermava la sentenza di primo grado dei giudici in composizione collegiale del Tribunale di Macerata.

La vicenda invece era venuta alla luce il 6 maggio del 2015. Le indagini, condotte, dalla Squadra Mobile avevano permesso di ricostruire gli abusi compiuti su una minore (all’epoca undicenne) connazionale. La piccola viveva con i genitori (entrambi ben inseriti nel comune dove vivevano ed entrambi lavoratori) e altri due fratelli. L’imputato e il padre della piccola si erano conosciuti a un corso di lingua italiana per stranieri, avevano stretto amicizia e per questo il 38enne aveva iniziato a frequentare l’abitazione dell’operaio. 

Il giovane si sarebbe trattenuto a casa dell’amico più volte anche quando nell’abitazione c’era solo la figlia undicenne ed è in queste occasioni che l’avrebbe avvicinata e costretta a subire atti sessuali. Per impedirle di raccontare quello che lui le faceva l’avrebbe anche minacciata: «Se lo racconti a qualcuno ti ammazzo». Ma alla fine, a maggio del 2015 la piccola era crollata e aveva raccontato tutto prima alle compagne di scuola, poi all’insegnante. Da lì erano iniziate le indagini. Gli agenti della Squadra Mobile avevano quindi sentito l’insegnante della scuola frequentata dalla minore, che aveva ricevuto le confidenze delle alunne con cui la ragazzina si era confidata, nonché il padre della ragazzina, al quale la minore aveva accennato degli abusi subiti, poi confermati dalla stessa minore in sede di audizione protetta. 

In primo grado, a dicembre del 2018 l’imputato era stato condannato dal collegio presieduto dal giudice Roberto Evangelisti, che aveva accolto appieno la richiesta del pubblico ministero Rosanna Buccini, a sette anni di reclusione e al pagamento, oltre che del risarcimento da quantificare, di una provvisionale di 50.000 euro nei confronti della vittima. I giudici avevano anche disposto l’applicazione per due anni delle misure di sicurezza (divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati da minori o di svolgere lavori che prevedano un contatto abituale con minori e obbligo di informare gli organi di polizia sulla residenza e sugli spostamenti).
 

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