CIVITANOVA - I carabinieri sono al lavoro per ricostruire gli ultimi anni di vita di Giuliano Pagnanini, l’uomo di 66 anni trovato morto e ormai ridotto ad uno scheletro nel pomeriggio dell’altro ieri, in una casa in vicolo dell’Arco, tra le mura della Città Alta a Civitanova.
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Gli esami autoptici si svolgeranno domani e si attende, per ufficializzare l’identità, di comparare il dna di Pagnanini (i documenti sono stati trovati nella casa, vicino allo scheletro che era avvolto in una coperta, in una delle camere) con quello di un fratello che vive in Canada. L’uomo, il cui cadavere in avanzato stato di decomposizione è stato trovato da alcuni operai che avevano raggiunto l’abitazione, disabitata, per dare il via a dei lavori di ristrutturazione, sarebbe morto da almeno due anni, secondo i primi accertamenti svolti dai carabinieri. Non c’era alcuna denuncia di scomparsa.
Gli accertamenti
La situazione
La sua vicenda non era nota ai servizi sociali che, da parte sua, non avevano ricevuto in tempi recenti richieste di aiuto e i suoi ultimi anni di vita restano, almeno per il momento, un giallo. Nella casa abbandonata di vicolo dell’Arco pare che andasse a dormire: una sorta di rifugio di fortuna, secondo quanto è stato possibile ricostruire sulla base delle poche notizie che si hanno di Giuliano Pagnanini. La sua storia, dunque, per ora, è avvolta nel mistero. Sul corpo e intorno ad esso non sono stati trovati segni che possano far pensare ad una morte violenta. Le cause del decesso sarebbero, dunque, naturali. Le indagini da parte dei carabinieri della Compagnia di Civitanova per chiarire questa vicenda che l’altro ieri pomeriggio ha scosso la comunità di Civitanova Alta sono in corso.
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