CINGOLI - A Cingoli altri due tentativi di truffa telefonica da parte di finti carabinieri dopo quella sventata la scorsa settimana da un 73enne. Questa volta a non cadere nel tranello sono state due donne, una 75enne e una 80enne. Entrambe hanno dimostrato di essere molto abili nel dialogare telefonicamente con i truffatori. Quest’ultimi si erano presentati come militari dell’Arma, ma le due anziane hanno subito capito che si trattava di malviventi.
La tecnica è sempre la stessa: le vittime ricevono una telefonata da parte di una persona che si spaccia per esponente delle forze dell’ordine. «Un suo familiare ha causato un grave incidente e bisogna pagare per poter “sistemare” subito la questione», viene detto. Poi, se il raggiro va a buon fine, il copione prevede la fissazione di un appuntamento per la consegna del denaro. Ma negli ultimi due casi avvenuti a Cingoli le notizie sui familiari che avrebbero provocato i due gravi incidenti erano fasulle senza alcuna possibilità di equivoco. Perché una delle persone tirate in ballo era all’estero e l’altra era morta da alcuni anni. Ma andiamo con ordine. Il primo caso riguarda la 75enne: «Suo figlio ha investito a Cingoli una donna con un bimbo in braccio. La situazione è molto grave e per risolverla servono 4 mila euro. C’è un avvocato pronto a sistemare le cose. Basta che ci mettiamo d’accordo per la consegna del denaro», sono state le parole del finto carabiniere. La signora ha ascoltato con pazienza e poi ha risposto: «Ma cosa sta dicendo? Mio figlio è all’estero e non credo che sia tornato a Cingoli senza venirmi a trovare. Ora chiamo i carabinieri». Poi ha chiuso la telefonata.
Nel caso dell’80ennne il truffatore aveva chiamato la signora dicendogli che l’uomo che aveva causato l’incidente era suo marito: «Ha investito una vecchietta che attraversava la strada. È molto grave.
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