Il parroco don Mirco in partenza per Taiwan, fedeli di due frazioni di Cingoli in fibrillazione

La chiesa di Villa Torre a Cingoli
La chiesa di Villa Torre a Cingoli
di Leonardo Massaccesi
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Lunedì 17 Maggio 2021, 09:15

CINGOLI - Due frazioni cingolane in fibrillazione per la partenza del loro parroco che, stando ai residenti, a settembre lascerà le due comunità per tornare a Taiwan. Il ritorno a Taiwan per il prelato sarebbe la continuazione della lunga missione che ha portato avanti per circa un decennio prima di far ritorno, due anni fa, alla Diocesi di Macerata.

Le due comunità sono quelle di Troviggiano e Villa Torre, mentre il parroco pronto con il biglietto in mano è don Mirco Cichella che era stato nominato reggente delle due parrocchie (unificate) dal vescovo Nazzareno Marconi a maggio del 2019 nel corso della riorganizzazione delle parrocchie diocesane. 
Ad aiutare don Mirco è arrivato don Gerardo Manuel Salinas Garcia, originario dell’Honduras, ordinato sacerdote a Macerata l’11 settembre 2020. Ma il fatto che don Mirco lasci le due parrocchie sta creando diversi malumori anche perché ormai il rapporto con i parrocchiani si stava consolidando e con un nuovo parroco (ammesso che arrivi, a meno che venga “promosso” don Gerardo come responsabile delle due parrocchie) si dovrebbe ricominciare tutto da capo.
Ma a Villa Torre è in atto anche una protesta da parte dei residenti per le lungaggini burocratiche che ancora tengono lontano l’avvio dei lavori di consolidamento e messa in sicurezza della sua chiesa, quella di San Pietro Apostolo, punto di riferimento dell’intera comunità.

Molte le sollecitazione manifestate da parte dei residenti al vescovo Nazzareno Marconi oltre che per avere un quadro chiaro sull’iter che la Diocesi sta portando avanti, anche per accelerare il relativo progetto, visto che l’intervento è già finanziato dal 2019, con 1 milione di euro. Infatti la chiesa di Villa Torre era stata inserita tra gli interventi di ricostruzione (insieme ad altre 10 chiese cingolane per un importo complessivo pari a 8 milioni e 300 mila euro) nel secondo stralcio del Piano dei beni culturali. Un piano che andava definito in considerazione ai progetti esecutivi degli edifici interessati. Ma a quasi cinque anni dal terremoto l’unica chiesa riaperta è stata quella di Sant’Elena Imperatrice di Avenale.

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