A scoprire il furto è stato padre Ferdinando Campana, rappresentante legale della Provincia Picena San Giacomo della Marca dei frati minori, l’ente proprietario del convento. Grande lo sconforto e la delusione per la profanazione di un luogo sacro che da anni attende di essere restituito ai fedeli, dal momento che la struttura è inagibile a causa del sisma del 2016. «Insieme a un altro frate e a un ingegnere siamo andati in visita al convento per un sopralluogo necessario ai prossimi lavori di ristrutturazione - spiega Campana - e abbiamo scoperto che è stata asportata l’urna di bronzo e vetro che conteneva la riproduzione del corpo del santo. Fortunatamente, le reliquie ossee del Beato Francesco da Caldarola si trovano in un altro luogo. Nell’urna trafugata ce n’era una piccolissima parte per la devozione dei fedeli. Ma resta comunque un fatto gravissimo».
Il luogo era inagibile e aveva porte rafforzate
Nonostante infatti il luogo sia inagibile, la proprietà ha più volte rafforzato porte e chiusure per evitare l’ingresso di malintenzionati.
Il valore? Cinquemila euro
«C’è anche chi ha pubblicato dei video online - racconta - dicendo che hanno trovato le porte aperte. Ma non è così. Noi abbiamo sempre chiuso tutto, purtroppo c’è chi è riuscito ad aprire anche una porta in ferro». La delusione per il furto non riguarda tanto il valore commerciale del manufatto, quanto il gesto ai danni della comunità religiosa e dei fedeli di Caldarola e Camporotondo, particolarmente affezionati al Beato, alla chiesa e al convento. «Il simulacro avrà un valore di circa 5mila euro: era stato realizzato negli anni ‘60 per avere l’immagine del Beato Francesco. Ci dispiace che abbiano commesso un fatto sacrilego, violando un luogo sacro e privato. Ho già parlato con l’arcivescovo di Camerino, Francesco Massara, per fare presto una messa di riparazione. Non c’è stato rispetto per la fede e la devozione dell’intera comunità».