Tentò di uccidere la ex al Sottocorte Village, un 58enne condannato a otto anni

Il Tribunale di Macerata
Il Tribunale di Macerata
di Benedetta Lombo
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Giovedì 23 Settembre 2021, 07:05

CAMERINO - Tentò di uccidere la ex al Sottocorte Village, un 58enne condannato a otto anni di reclusione, a pena espiata dovrà permanere un anno in una Rems, una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Si è concluso così ieri il procedimento discusso con rito abbreviato per tentato omicidio a carico di Luca Vincenzo Di Luca, 58enne di Montesilvano di origine venezuelana.

I fatti contestati – il fascicolo era del sostituto procuratore Rosanna Buccini – risalgono al 7 maggio del 2019 quando l’uomo partì da Montesilvano a bordo della sua auto per raggiungere il negozio di frutta e verdura della ex fidanzata al Sottocorte Village di Camerino. Quando scese dalla propria vettura per dirigersi verso l’esercizio commerciale l’uomo era armato di coltello, qualcuno avvisò la ex che fece appena in tempo a scappare e a chiudersi in bagno. 

L’ex compagno, per cercare di prendere le chiavi, ferì alla mano la commessa presente nel negozio in quel momento per poi dirigersi verso la toilette, in un impeto d’ira conficcò la lama del coltello nella porta, urlando alla ex che l’avrebbe ammazzata. Immediatamente furono chiamati i soccorsi e solo l’intervento immediato dei carabinieri della Compagnia di Camerino, all’epoca guidata dal capitano Roberto Nicola Cara, impedì che accadesse il peggio. Di Luca, infatti, all’arrivo degli uomini dell’Arma invece di desistere dal proprio intento, tentò di colpire un militare, ma venne immobilizzato e arrestato. Finito sotto processo con l’accusa di tentato omicidio, nel corso dell’udienza preliminare il Gup Domenico Potetti aveva disposto una perizia sull’imputato affidando l’incarico allo psichiatra Gianni Giuli.

Al termine dell’accertamento il professionista concluse rilevando che l’imputato al momento del fatto presentava un’anomalia psichica tale da scemare grandemente la capacità di intendere e di volere.

Secondo lo psichiatra però, il 58enne era capace di partecipare coscientemente al processo, ma allo stesso tempo era persona socialmente pericolosa e quella pericolosità sociale, secondo lo psichiatra Giuli, poteva essere affrontata con l’inserimento in una struttura di cura ad alta sicurezza (una Rems per l’appunto).

Nel procedimento la vittima si era costituita parte civile con l’avvocato Luca Belardinelli, nelle scorse udienze Di Luca, tramite l’avvocato Federica Squadrini, aveva chiesto di procedere con il rito abbreviato condizionato all’esame del medico curante dell’uomo, ma il Gup aveva rigettato la richiesta e la difesa aveva formulato un’ulteriore richiesta di rito abbreviato “secco” ovvero non condizionato. Ieri la discussione: il pubblico ministero Enrico Riccioni ha chiesto la condanna a otto anni di reclusione, richiesta accolta dal Gup Potetti che ha disposto anche la permanenza di un anno in una Rems a pena espiata e la condanna al pagamento di una provvisionale di 30.000 euro. Una volta depositate le motivazioni la difesa potrà impugnare la sentenza in Appello.

Al momento è pendente un altro procedimento sempre a carico dell’uomo per stalking nei confronti della ex. In primo grado era stato condannato a tre anni e otto mesi, pena confermata in Appello ma dopo il ricorso della difesa ora dev’essere fissata l’udienza in Cassazione. In primo grado dinanzi al giudice Marika Vecchiarino fu sentita la vittima, quel giorno fu accompagnata in Tribunale da una quindicina di amiche che si erano strette a lei indossando ciascuna un fiocco rosso, simbolo di protesta contro la violenza sulle donne. La commerciante in aula si sfogò: «È da 28 anni che mi perseguita – aveva raccontato –, agli arresti ci sono stata io, non lui. Prima dell’aggressione avevo paura ad andare in giro da sola, portavo con me sempre una bomboletta spray per difendermi. Avevo paura di lui».
 

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