L'Erap: «Nelle casette per gli sfollati del sisma manutenzione a rischio, agli sgoccioli i fondi a disposizione»

Una delle aree Sae di Camerino
Una delle aree Sae di Camerino
di Monia Orazi
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Sabato 4 Dicembre 2021, 08:10

CAMERINO - Sono finiti i soldi per la manutenzione delle Sae da parte dell’Erap Marche, con cui una serie di comuni hanno stipulato una convenzione per la manutenzione delle soluzioni abitative di emergenza, finanziata in prima battuta dalla Protezione civile, con fondi girati alla Regione e, pari a 1,1 milioni di euro. Lo ha reso noto la stessa Erap Marche, con una lettera ai comuni e al Servizio regionale di Protezione civile, in cui chiede un’integrazione dei fondi a disposizione, altrimenti non riuscirà più ad effettuare le manutenzioni. 

 

Attualmente sono rimasti disponibili circa 10 mila euro per i comuni che hanno aderito all’accordo Erap-Regione Marche e poco più di 40mila euro per i comuni che fanno manutenzione da soli. A lanciare l’allarme, chiedendo una reintegrazione dei fondi è Diego Camillozzi, presidente dell’associazione “La terra trema noi no”. «La manutenzione delle Sae - spiega - è stata finanziata con l’ordinanza della Protezione civile. Come per altre questioni riguardanti la gestione post sisma, si va avanti per proroghe, senza una visione complessiva a lungo termine». 

«L’Erap riceve circa sei o sette richieste di intervento ogni giorno, la maggior parte per i tetti delle case e per problemi ai pavimenti - continua Camillozzi -. Negli anni lo stato di conservazione delle Sae andrà inevitabilmente a peggiorare e andando avanti da un anno all’altro a colpi di proroghe, non si potranno programmare interventi di prevenzione, con una manutenzione sistematica, che evita interventi estemporanei. Si pensi che dall’inizio del 2021, l’Erap ha eseguito circa 1.500 interventi di manutenzione, per dare un dato sull’entità delle richieste». Camillozzi chiede un intervento immediato, per evitare che con l’arrivo dell’inverno, chi abita nelle Sae debba affrontare situazioni di forte disagio.

«È ora di trovare una soluzione, basta con le chiacchiere. Vanno stanziati i fondi in bilancio, per consentire una programmazione minima da qui a tre anni. Difficile pensare ad un intervento degli enti locali con fondi propri, i comuni non hanno risorse. Per esempio per i mancati introiti dalle tasse sospese anche in questo caso a colpi di proroghe, nessuno ente può fare programmi di intervento a lungo termine. Non solo, sta anche per scadere la garanzia dei costruttori relativa alle Sae, che ha consentito interventi senza oneri pubblici. Il paradosso è che un terremotato non può nemmeno intervenire da solo, perché la Sae non si può modificare e va riconsegnata nello stesso stato in cui la si è trovata. A breve sarà votata la legge di bilancio e mi auguro che si trovino i fondi Gli sfollati non possono attendere, ormai è arrivata la stagione fredda e cercano risposte». 

«Non vorrei che a causa di mancate manutenzioni - conclude Camillozzi -, arrivino nuovi problemi, che renderanno difficile vivere nelle casette. La ricostruzione durerà ancora anni e chi vive nelle Sae ha diritto di starci in condizioni dignitose, non si può andare avanti con i rattoppi. Servono interventi programmati per risolvere i problemi all’origine».
 

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