Camerino alza il muro sull'ipotesi di ospedale Covid: «Si parta da Civitanova»

L'ospedale di Camerino, no alla riconversione in struttura Covid
L'ospedale di Camerino, no alla riconversione in struttura Covid
di Monia Orazi
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Domenica 22 Novembre 2020, 05:30

MACERATA - Un incontro urgente con i vertici regionali, per trovare una soluzione condivisa per garantire il diritto alla salute dei cittadini dell’entroterra: è questa la posizione comune dei sindaci che si sono riuniti in forma telematica ieri pomeriggio, chiamati dal primo cittadino di Camerino Sandro Sborgia, per discutere della possibile riconversione a presidio Covid dell’ospedale Santa Maria della Pietà, nella città ducale.

C’è stato fermento nel primo pomeriggio di ieri, dopo che sono arrivati alcuni malati con sintomi da Covid al pronto soccorso della struttura, sistemati nella zona grigia, separata dalle normali stanze di degenza. Qualcuno, compreso il sindaco Sborgia, ha pensato che fosse iniziata la riconversione e la notizia è rimbalzata e ha creato non poco allarme, poi la precisazione dal vicepresidente del consiglio regionale Gianluca Pasqui: «In merito alle notizie che stanno circolando relative al fatto che un piano dell’ospedale di Camerino sia stato “requisito” per essere destinato ai malati Covid, faccio presente che rispetto al giorno prima, non è cambiato assolutamente nulla - ha specificato -. Invito a non creare allarmismo perché, anche a seguito di un confronto con l’assessore regionale alla sanità Saltamartini, ho avuto conferma che la situazione è la medesima dei giorni scorsi. La confusione è probabilmente dettata dal fatto che ci sono stati alcuni pazienti che si sono presentati al pronto soccorso con possibili sintomi Covid e, come da prassi sanitaria, sono stati spostati in una “zona grigia” dell’ospedale per tutti gli accertamenti del caso ed, eventualmente, essere trasferiti ad altro ospedale». L’allarme è dunque subito rientrato.

All’incontro di Camerino organizzato da Sborgia sono intervenuti a distanza oltre dieci sindaci, delle alte valli del Fiastrone, Nera, Chienti e Potenza. Presente anche l’arcivescovo Francesco Massara: «Va tenuta un’interlocuzione seria con la Regione, che in un momento drammatico come questo si trova a prendere decisioni importanti e molto dure - ha detto il prelato -. Non si deve guardare solo al presente, ma anche al futuro degli ospedali della montagna. Si deve guardare al bene del territorio, alla dignità dei cittadini che hanno il diritto alla salute, la sanità è un tema delicato. Abbiamo già avuto un terremoto strutturale, ora quello pandemico. Quando è stata inaugurata la Tac donata dalla fondazione Bocelli ed altri benefattori, sono intervenuto dicendo che grazie alle donazioni l’ospedale di Camerino ha avuto la Ferrari, ma mancano i piloti. Da parte della chiesa massima disponibilità, ringrazio tutti per quello che fanno, non esiste solo il problema dell’ospedale, ma è un momento di grande tensione sociale, che si riflette nelle famiglie, c’è anche un’emergenza sociale su cui invito a tenere alta l’attenzione».

Ha aggiunto il rettore Unicam Claudio Pettinari: «Una struttura ospedaliera a Camerino è necessaria, si consideri che quest’anno abbiamo avuto un notevole incremento della popolazione studentesca, ci sono stati oltre duemila nuovi iscritti a Unicam. Il personale di Camerino contribuisce a far funzionare il Covid hospital di Civitanova, va preso personale dalle varie aree vaste della Regione, in modo da non penalizzare una sola struttura sanitaria». Al termine dell’incontro telematico, così si è espresso il sindaco di Camerino Sandro Sborgia: «Ho chiesto ai sindaci di riflettere sull’eventuale riconversione dell’ospedale di Camerino a presidio Covid. E’ vero che Camerino è inserito nel piano pandemico regionale, ma ritengo che si debba partire da Civitanova Marche, non per questioni di campanilismo, ma per ragioni oggettive. C’è una viabilità migliore e migliori condizioni climatiche, con l’inverno ormai in arrivo che non sappiamo come sarà a Camerino ci possono essere precipitazioni nevose e dunque problemi. Abbiamo già fatto la nostra parte e la faremo, se i numeri non dovessero bastare. Le condizioni rispetto a marzo sono molto diverse». 
 

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