Camerino, Conte alla cerimonia di Unicam. «Un ateneo che sa vincere le sfide»

Camerino, Conte alla cerimonia di Unicam. «Un ateneo che sa vincere le sfide»
di Luca Patrassi
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 21:12
CAMERINO “Sogna, ragazzo, sogna”, le parole e la musica della celebre canzone di Roberto Vecchioni hanno salutato ieri nell’auditorium Benedetto XIII l’inaugurazione dell’anno accademico 684 e l’ingresso del premier Giuseppe Conte. «Sono venuto oggi – ha detto il presidente del Consiglio dei ministri - in una giornata complicata, sapete tutti quello che è successo a Venezia ma ho voluto mantenere un impegno preso con una comunità che ha subito un grave vulnus. Unicam ha dimostrato di essere un ateneo capace di affrontare e vincere le sfide. La vostra comunità è un modello». 

Conte, conversando con i giornalisti ha parlato anche della ricostruzione post sisma: «Il decreto legge elaborato e approvato dal governo, è ora sottoposto al vaglio delle forze parlamentari. Ma c’è sempre la costante presenza della comunità locale, dei suoi esponenti, lo stiamo condividendo con loro. C’è un tavolo: - ha ricordato - ieri erano a Palazzo Chigi per aggiornarsi per continuare a dare il loro contributo, questo è molto bello. La ragione per cui sono tornato a sollecitare questo nuovo decreto legge non è perché fosse uno della serie. Ho visto che c’è ancora qualcosa che non va, qualcosa da sistemare e lo faremo». 

Autorità schierate per l’inaugurazione dell’anno accademico all’insegna dello slogan “#universitas: scrupolo e utopia”, il rettore Claudio Pettinari spiega subito il senso della cerimonia: «È la giornata più importante dell’anno, in cui facciamo un resoconto su cosa abbiamo fatto nell’anno passato e mettiamo le basi per quello che faremo. Comunicheremo le nostre utopie e i progetti che con forza e con tante gente che si è stretta intorno a noi, riusciremo a realizzare». Il rettore Pettinari va sul concreto, illustra i progetti sui quali Unicam sta lavorando ma evidenzia anche il lato molto positivo degli iscritti che sono in crescita per poi toccare anche lui il tasto del territorio: «Ho già chiesto al presidente soprattutto per tutto ciò che riguarda la ricostruzione una semplificazione delle norme. Chiaro che chiediamo anche risorse, ci hanno detto ci sono e che devono essere immaginate anche per lo sviluppo. Dobbiamo consentire a tutti di abitare questi territori, per farlo c’è bisogno di lavoro e per portare lavoro, c’è bisogno sicuramente di qualche progetto importante e qualche agevolazione. Per venire ad abitare in montagna i giovani chiedono un sostegno». Il governatore delle Marche Luca Ceriscioli ha osservato: «Conosciamo il valore che ha l’università di Camerino nel territorio colpito dal sisma. Ha una grande capacità di reazione, è riuscita a non perdere uno studente, a garantire servizi in condizioni difficilissime». Il sindaco di Camerino Sandro Sborgia ha lanciato un appello: «Far sì che questa ricostruzione parta, che gli strumenti politici vengano approvati celermente e che finalmente le nostre popolazioni, che rappresentiamo, abbiano non solo speranza ma anche certezza che torneranno ad abitare case e territori nel più breve tempo possibile». Altri discorsi di saluto sono arrivati dal presidente del Consiglio degli studenti Riccardo Cellocco, dal rappresentante del personale tecnico e amministrativo Stefano Belardinelli, dalla rappresentante del personale docente Valeria Polzonetti e dal direttore generale Vincenzo Tedesco. “Sogna ragazzo, sogna” canta Vecchioni “Ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia. Puoi finirla tu” e il premier Conte si è preso l’impegno di finire se non la poesia la pratica della normativa per la ricostruzione. All’uscita una domanda sull’ex Ilva di una giornalista ha fatto per un attimo perdere al presidente il tradizionale aplomb: «Come ti viene in mente che ci possa essere una crisi di governo?» ha tuonato in linea con il tempo per poi riprendersi ed argomentare con calma la strategia del “Sistema Italia”. 
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