Da Tolentino al piccolo borgo, la scelta di Luca ed Ernesta: «Qui cresceremo nostra figlia»

Luca Cecconi e sua moglie Ernesta nella nuova casa a Caldarola
Luca Cecconi e sua moglie Ernesta nella nuova casa a Caldarola
di Giulia Sancricca
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Venerdì 9 Settembre 2022, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 08:58

CALDAROLA - C’è ancora futuro per i piccoli borghi? La risposta positiva arriva da Castiglione di Croce, una frazione sulle colline di Caldarola. Lì, dove si potrebbe pensare che lo spopolamento dell’entroterra abbia colpito più forte, c’è invece chi ha scelto di acquistare una casa e di farvi crescere la propria figlia. È la storia di Luca Cecconi, di sua moglie Ernesta e della piccola Nicole di tre anni. Cecconi, 52 anni, è nato a Osimo e ha vissuto tra Ancona, Civitanova e Tolentino, ma la svolta è arrivata in tempo di lockdown. «Eravamo a casa con mia moglie e abbiamo visto una casa a Croce di Caldarola. È stato amore a prima vista: abbiamo fatto la proposta di acquisto a distanza, fidandoci solo delle foto e riservandoci 48 ore alla fine del lockdown per vederla di persona. Ma anche in quel caso la nostra idea non è cambiata e dalla città (dove vivevamo in affitto) abbiamo scelto la collina». 
 
Diversi i fattori che hanno portato la famiglia Cecconi in uno dei borghi più colpiti dal sisma. «Innanzitutto il prezzo dell’immobile: con quella cifra in città avremmo potuto comprare sì e no un garage. Ma anche la mia predilezione per la montagna. Infine, non di poco conto, la comodità di essere vicino al lavoro che ho a Tolentino». Una scelta, quella della coppia, che rappresenta uno schiaffo allo spopolamento dei borghi. Lo spauracchio che tanto fa paura all’entroterra e che ha caratterizzato gli ultimi anni, soprattutto dopo il sisma del 2016. Diverse però sembrano essere le giovani famiglie che pian piano stanno riscoprendo il piacere della campagna e dell’entroterra. Perché se il sisma ha contribuito a spopolare queste terre, la pandemia è riuscita a frenare l’emergenza con chi si è reso conto dell’importanza di avere uno spazio verde. E se da un lato per Cecconi si sono concretizzate le caratteristiche che già si aspettava dalla piccola frazione, dall’altro sono arrivate dirompenti le sorprese che oggi non gli farebbero cambiare la sua scelta per niente al mondo. «Sapevamo di trovare il verde, la comodità di una soluzione indipendente, l’aria buona, le temperature che ci aggradano, ma quello che non era preventivato e che ci ha riempito il cuore di gioia è il clima che troviamo nei rapporti quotidiani con i vicinati o gli abitanti delle frazioni vicine. È un sapore antico che in città non abbiamo mai trovato». 

«Quando siamo arrivati e abbiamo sistemato la corte esterna, i vicini si fermavano a ringraziarci e complimentarsi. Abbiamo scoperto il piacere di scambiare due parole con i commercianti del paese, dalla bottega di generi alimentari alla macelleria e al bar, a cui non riesco a rinunciare la sera prima di rientrare a casa perché so di incontrare gli anziani del posto con cui scambiare due parole. Mia figlia ha più amici qui che in città. Sono rapporti che hanno un altro sapore». La storia di Cecconi è una ventata di positività: lui stesso è convinto che la ricchezza scoperta non passerà inosservata nemmeno agli altri. «Vedo molte famiglie giovani che iniziano a scegliere di vivere qui, credo che ci sia un futuro per queste terre.

D’altronde - conclude - abbiamo la bellezza della campagna a due passi dalla superstrada. Per noi è il posto ideale».

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