Avvocatessa a processo
per una tentata truffa

Avvocatessa a processo per una tentata truffa
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Gennaio 2014, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 21:15
CIVITANOVA - In qualit di avvocato incaricato dal suo cliente di presentare alla Corte di Appello di Ancona la richiesta di risarcimento dei danni per ingiusta detenzione - secondo l’accusa - sarebbe venuta meno ai suoi doveri professionali non depositando alcuna istanza, pur continuando a rassicurare il proprio assistito sull’avvio dell’iter. La Procura di Macerata ha disposto la citazione diretta a giudizio per l’avvocato Nadia Pezzola.



Addebiti, tutti da confermare in sede processuale, che la professionista civitanovese respinge con forza, dicendosi sicura di potere chiarire i contorni della vicenda davanti al giudice. Il prossimo 30 gennaio si aprirà il processo a suo carico in Tribunale a Macerata.



I reati contestati all'avvocatessa sono: patrocinio o consulenza infedele, falsità in scrittura privata e tentata truffa aggravata. A denunciare il legale era stato il suo ex cliente Mario Tedeschi, civitanovese di 63 anni. Dopo 12 mesi di arresti era stato assolto e quando la sentenza era passata in giudicato si era rivolto all’avvocato Pezzola per ottenere il risarcimento.



Secondo la Procura però, il legale, nonostante avesse più volte rassicurato il suo cliente, non avrebbe mai presentato alla Corte di Appello l’istanza di risarcimento. Sempre secondo l’accusa, il legale avrebbe contraffatto un assegno apponendo o facendo apporre l’importo di 15.000 euro, la data di emissione e il beneficiario (Tedeschi, a cui avrebbe consegnato una fotocopia come assicurazione della regolarità della pratica che avrebbe avviato).



Da quanto accertato dalla Procura invece, l'originale dell'assegno sarebbe stato emesso qualche giorno prima dall'avvocato, per un importo di mille euro, in favore di un altro cliente che aveva già incassato il titolo di credito. Infine l'accusa di tentata truffa. Per la Procura il legale, con la sua condotta, avrebbe impedito al cliente di ottenere la liquidazione e allo stesso tempo avrebbe compiuto atti diretti a ottenere il successivo pagamento dell’onorario professionale per l'opera apparentemente svolta.



Un fatto questo, non realizzatosi perché - a detta dell’accusa - Tedeschi dopo essere andato lui stesso alla Corte di Appello aveva scoperto che il legale non avrebbe mai presentato la richiesta di risarcimento e gli aveva revocato il mandato.



“Respingo con forza ogni accusa - ha dichiarato in merito l’avvocato Pezzola -, anche se in questo momento preferisco demandare alla sede giudiziaria alla quale si è rivolto Tedeschi ogni più opportuna valutazione sul mio operato. Ribadisco fin da subito - ha poi precisato - che non ho commesso nessuno dei reati contestati”. Proprio per questo motivo il legale ha deciso di affrontare il processo, sede scelta per far valere la propria versione dei fatti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA