Svastiche, bestemmie e frasi di Mussolini al convegno. Aperta un’inchiesta sul raid online nazifascista

Il procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio
Il procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 24 Febbraio 2021, 02:30

APPIGNANO - Raid telematico prima della videoconferenza per celebrare il Giorno del Ricordo, la Procura avvia un’indagine. In questi giorni il procuratore Giovanni Giorgio ha aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, diretto a individuare i responsabili dell’incursione telematica effettuata il 9 febbraio scorso prima dell’intervento del professore Angelo Ventrone, docente dell’Università di Macerata. 

 

L’episodio di zoombombing a sfondo nazista era avvenuto prima della diretta streaming dell’evento organizzato dall’associazione Prometeo, con il patrocinio del Comune di Appignano, per celebrare il Giorno del Ricordo, quando una decina di persone si era introdotta nella riunione Zoom postando video inneggianti a Hitler, discorsi di Mussolini, bandiere con la svastica, insieme a bestemmie e parolacce. In Procura sono arrivate le segnalazioni della polizia postale e della Digos a seguito delle quali è stato aperto un fascicolo per la violazione dell’articolo 2 della Legge Mancino. 

L’articolo, nello specifico punisce con la pena della reclusione fino a tre anni e con la multa da 103 a 258 euro chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali delle organizzazioni, associazioni, movimenti o gruppi di cui all’articolo 3 della legge n. 654/1975 (ovvero gruppi che hanno tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi).

Quando è accaduta l’incursione la responsabile della comunicazione Daniela Zepponi e il sindaco Mariano Calamita erano riusciti a bloccare la partenza della diretta prevista su Fb. «È apparsa una bandiera con la svastica – aveva raccontato il giorno dopo Zepponi -, seguita da una serie di loop orribili, inneggianti a Hitler, Mussolini, ai forni crematori, conditi da parolacce e bestemmie.

Come moderatrice dell’iniziativa sono stata presa di mira con epiteti sessisti. Il raid è durato alcuni minuti. Per fortuna siamo riusciti ad estromettere queste persone e a posticipare la partenza della diretta. Dalla voce si capiva che erano giovani. La cosa è gravissima».

Anche il sindaco aveva condannato l’episodio invitando a non considerarlo una bravata. «Il rispetto delle istituzioni non può essere travalicato, tanto meno con mezzi digitali. Proprio perché le voci dei molestatori erano molto giovani è necessario intervenire per fermare, e poi formare, chi ha ancora tanta strada da percorrere», aveva aggiunto il primo cittadino.
 

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